L'unico a passare ogni giorno per le viuzze silenziose è il parroco, don Luigi Verolini, e qualcuno che pensa agli animali
Ma il terremoto non ci fermerà
Dei piccoli nuclei urbani i media nazionali non si interessano eppure anche in questi piccoli centri il tempo si è fermato
Come ogni mattina don Luigi Verolini passa nella sua frazione di San Cassiano di Sarnano, diocesi di Camerino. È il direttore della Caritas diocesana ed era nella canonica quando c'è stata la seconda scossa, quella che ha sbriciolato chiesa e campanile. Ha fatto in tempo a scappare in strada quella mattina, stava ancora recitando il breviario quando c'è stata la scossa magnitudo 6,5 delle 7.40 del 30 ottobre che ha buttato tutto giù. La chiesetta che domina la contrada san Cassiano, 20 famiglie in tutto, è crollata interamente, così come sono crollate le case. Per molte c'è l'ordine di demolizione, per altre la chiusura per crolli. Anche una villetta (l'unica) di recente realizzazione, e che sembrava resistente, ha subito molti danni. È qui che incontriamo la signora Antonia, lei torna tutte le mattine a dar da mangiare agli animali, ad assistere cani, gatti e galline.
Ha voglia di raccontare, di parlare, ci fa una vera e propria catechesi. "Ho capito che non dobbiamo attaccarci alle cose materiali, dobbiamo costruire o rinsaldare invece le relazioni tra noi" ci dice mentre racconta che anche lei si trovava fuori per le solite faccende dell'orto. Ha sentito il boato, ha sentito le grida dei vicini e del marito, ha visto i segni e la violenza della scossa: "sembrava un vento impetuoso che ha fatto saltare tegole e lamiere, sentivo il rumore di crolli... ho detto qualche invocazione poi mi sono accertata che tutti stavano bene". Ci racconta della paura, si chiede il perchè di questi eventi "terribili", trova qualche spiegazione nell'imprudenza dell'uomo, ci vede anche l'opera del Maligno ma c'è tanto affidamento. "Il diavolo restituisce a chi non rispetta la natura la sua paga... chi vuole abusare del creato... ma Dio è Amore e meno male, ho visto anche qui la sua vicinanza e la sua assistenza".
Antonia è una donna semplice, di montagna, di quelle che vogliono resistere: "noi non ci pieghiamo, non lasceremo la nostra frazione, le nostre case, sarà dura ma vogliamo ricostruire tutto". dice questo mentre lancia uno sguardo al suo parroco che da cinquant'anni assiste questa piccola comunità. Ora don Luigi è rimasto il solo a vigilare su questa piccola frazione dove il terremoto ha fatto sperimentare la sua violenza.
La forza distruttrice ha paralizzato San Cassiano, qui il tempo si è fermato e sulle case si sono aperte grandi finestre, ferite che lasciano intravedere come nelle case tutto è rimasto come quella mattina domenicale di fine ottobre scorso. Abbiamo voluto raccontare questa piccola frazione, perchè dei grandi centri si stanno occupando i grandi media nazionali ed internazionali, ma l'onda d'urto che ha spazzato via intere cittadine ha interessato anche paesini di montagna, piccole contrade che ora resta come gruppi di case fantasma, piccoli nuclei silenziosi dove, tante volte, le autorità si sono limitati ad affiggere ordinanze di sgombero e chiudere la strada con una transenna.
Solidarietà da diocesi e parrocchie per i terremotati
La Caritas diocesana ha fornito gli ultimi dati della raccolta nazionale che si è svolta in tutte le parrocchie della diocesi. Sono stati inoltrati a Caritas italiana 45.000,00 euro che si vanno ad aggiungere ai primi 15.000,00 euro che il Vescovo, monsignor Nolè, ha fatto inviare proprio nei giorni del terremoto. Una bella somma come primo segno di solidarietà dalle comunità cristiane che ora saranno coinvolte, tramite il settore emergenza regionale della delegazione Caritas, nella scelta di alcuni volontari per avviare i nuovi progetti di prossimità e i gemellaggi già sperimentati in altri terremoti. Si tratterà di un lavoro di ascolto e di vicinanza con gli sfollati e i terremotati (è richiesta la presenza e la disponibilità per qualche mese di giovani e adulti ma anche di religiose e di sacerdoti) che sono stati spostati negli alberghi della costa Adriatica. Ora si tratta di far ripartire attività di tipo formativo, scolastico e catechetico e momenti di socializzazione e ricostruzione delle comunità. La Calabria, insieme a Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e la caritas Ambrosiana sono state coinvolte nel gemellaggio con le Marche.
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