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Francesco ai formatori dei consacrati: trasmettete ai giovani la vostra gioia cristiana

"Avere un cuore grande per i giovani, per formare in essi cuori grandi, capaci di accogliere tutti. L'udienza a margine del convegno dei formatori.

Parole chiave: agensir (678), papa francesco (323), consacrati (5)
Francesco ai formatori dei consacrati: trasmettete ai giovani la vostra gioia cristiana

Qual è il segreto per poter vivere l‘amore celibe con libertà, con allegria e con passione impegnata? Se ne è parlato in questi giorni in Vaticano durante il convegno “Formare i formatori” organizzato dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Secondo Lola Arrieta, della Congregazione delle Carmelitane di Vedruna, docente presso l’Università Pontificia di Comillas, “siamo invitati a scoprire con realismo e senza complessi tutta la forza anticulturale che ha oggi l‘amore celibe per annunciare la dignità delle persone e denunciare qualsiasi forma di sopruso”. Nel corso della relazione vengono date ai formatori alcune chiavi di lettura per comprendere e affrontare con coraggio il proprio mondo affettivo, ‘per non essere ciechi che guidano altri ciechi’. “Sono molte le trappole che rendono difficile vivere l‘amore celibe - continua Arrieta - abbiamo bisogno di affrontare ciò che succede e ciò che ci succede - tenendo conto della salute, della fede, della vocazione e della missione - per discernere cosa fare”. Michael Mc Guire, docente alla Pontificia Università Gregoriana in Roma, ha ribadito il ruolo della formazione quale “avventura spirituale, umana e relazionale: conoscenza di sé, corpo, mente, spirito; accettazione di sé, per il dono che uno è: consapevolezza della chiamata, tendenza a superare l’autoreferenzialità”.

“È bella la vita consacrata, è uno dei tesori più preziosi della Chiesa”. A ribadirlo è stato il Papa, secondo il quale “è bello esserne formatori, perché è un privilegio partecipare all’opera del Padre che forma il cuore del Figlio in coloro che lo Spirito ha chiamato”. “A volte si può sentire questo servizio come un peso, come se ci sottraesse a qualcosa di più importante”, ha ammesso Francesco, “ma questo è un inganno, è una tentazione”. “È importante la missione, ma è altrettanto importante formare alla missione - ha raccomandato il Papa - alla passione dell’annuncio, dell’andare ovunque, in ogni periferia, per dire a tutti l’amore di Gesù Cristo, specialmente ai lontani, raccontarlo ai piccoli e ai poveri, e lasciarsi anche evangelizzare da loro”. Tutto questo, però, “richiede basi solide, una struttura cristiana della personalità che oggi le stesse famiglie raramente sanno dare, e questo aumenta la vostra responsabilità”. Francesco ha espresso ai consacrati la gratitudine della Chiesa per il loro servizio.

“Una delle qualità del formatore è quella di avere un cuore grande per i giovani, per formare in essi cuori grandi, capaci di accogliere tutti, cuori ricchi di misericordia, pieni di tenerezza”. Ne è convinto il Papa, che ai formatori alla vita consacrata ha detto: “Voi non siete solo amici e compagni di vita consacrata di coloro che vi sono affidati, ma veri padri, vere madri, capaci di chiedere e di dare loro il massimo. Questo è possibile soltanto per mezzo dell’amore, l’amore di padri e di madri”. “Non è vero che i giovani di oggi siano mediocri e non generosi”, ha aggiunto Francesco sfatando uno dei luoghi comuni più diffusi, “ma hanno bisogno di sperimentare che si è più beati nel dare che nel ricevere, che c’è grande libertà in una vita obbediente, grande fecondità in un cuore vergine, grande ricchezza nel non possedere nulla”. Di qui la necessità di “essere amorosamente attenti al cammino di ognuno ed evangelicamente esigenti in ogni fase del cammino formativo, a cominciare dal discernimento vocazionale, perché l’eventuale crisi di quantità non determini una ben più grave crisi di qualità”. In questa prospettiva, “la formazione iniziale è solo il primo passo di un processo destinato a durare tutta la vita, e il giovane va formato alla libertà umile e intelligente di lasciarsi educare da Dio Padre ogni giorno della vita, in ogni età, nella missione come nella fraternità, nell’azione come nella contemplazione”. 

Fonte: Sir
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