Misericordia, un cammino dal cuore alle mani
Nella catechesi dell'udienza generale odierna, il Santo Padre ha commentato l'episodio della risurrezione di un giovane di Naim, ritornando sul valore del Giubileo della misericordia.
"La misericordia è un cammino che parte dalle mani per arrivare al cuore". Alle opere. E' il nucleo centrale della catechesi tenuta da papa Francesco all'udienza generale odierna, nell'Aula Paolo VI. Il pontefice ha commentato il brano lucnao della risurrezione di un ragazzo sulla porta di Nain, soffermandosi a lungo proprio sul valore del Giubileo e delle Porte della misericordia aperte in tutte le Chiese particolari. In riferimento alla pericope evangelica, ha voluto sottolineare "la tenerezza e la compassione di Gesù" verso quella situazione di dolore e di lacrime. Infatti, ha aggiunto Francesco, “quando Gesù vide quella madre in lacrime, essa entrò nel suo cuore!”. Da qui l’attualizzazione con il Giubileo della misericordia. “Alla Porta Santa – ha ricordato il Pontefice – ognuno giunge portando la propria vita, con le sue gioie e le sue sofferenze, i progetti e i fallimenti, i dubbi e i timori, per presentarla alla misericordia del Signore. Stiamo sicuri che, presso la Porta Santa, il Signore si fa vicino per incontrare ognuno di noi, per portare e offrire la sua potente parola consolatrice: ‘Non piangere!’”.
Per Francesco, la Porta Santa “è la Porta dell’incontro tra il dolore dell’umanità e la compassione di Dio”. Francesco ha spiegato che “varcando la soglia” della Porta Santa “noi compiamo il nostro pellegrinaggio dentro la misericordia di Dio che, come al ragazzo morto, ripete a tutti: ‘Dico a te, alzati!’. La parola potente di Gesù può farci rialzare e operare anche in noi il passaggio dalla morte alla vita. La sua parola ci fa rivivere, dona speranza, rinfranca i cuori stanchi, apre a una visione del mondo e della vita che va oltre la sofferenza e la morte. Sulla Porta Santa è inciso per ognuno l’inesauribile tesoro della misericordia di Dio!”. E' il cammino in una vita nuova.
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