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"Preferisco una Chiesa incidentata"

L'intervista di papa Francesco a una radio portoghese. L'Europa riparta dal cristianesimo e sia madre, non nonna.

Parole chiave: papa francesco (323), europa (40)
"Preferisco una Chiesa incidentata"

Immigrazione, accoglienza, una Chiesa aperta anche se incidentata, l’Europa “madre” e non “nonna”: sono alcuni temi che il Papa ha affrontato in una conversazione trasmessa dalla radio portoghese “Radio Renascenca”. Nell’intervista - resa nota da Radio Vaticana - Francesco informa che è suo desiderio visitare Fatima in occasione del centenario delle apparizioni della Madonna. Immancabile il riferimento alla più stretta attualità con l’emergenza immigrazione sulla rotta balcanica. “È la punta di un iceberg”, afferma il Papa: “È povera gente che fugge dalla guerra, che scappa dalla fame”. La causa dominante è “un sistema socioeconomico cattivo, ingiusto perché il centro non è più la persona”. “Oggi il mondo è in guerra contro se stesso - aggiunge il Papa - una guerra a pezzi” che sta distruggendo la terra, “la casa comune”. “Quando dico che una parrocchia deve accogliere una famiglia - precisa Francesco a proposito della richiesta fatta nei giorni scorsi - non intendo che per forza debbano andare a vivere in canonica, ma che la comunità parrocchiale cerchi un posto, un angoletto per fare un piccolo appartamento o, nel peggiore dei casi, si organizzi per affittare un appartamento modesto per quella famiglia, ma che abbiano un tetto, che vengano accolti e vengano inseriti nella comunità”.
Francesco, nel suo colloquio, punta il dito anche contro la “cultura del benessere”, diffusa soprattutto in Europa, che porta a non fare figli e a lasciare gli anziani soli. “La grande sfida - afferma - è tornare ad essere la madre Europa e non la nonna Europa”: è dalle sue radici cristiane che l’Europa deve ripartire perché “capace di riconquistare la sua leadership nel concerto delle nazioni”. “L’Europa non è ancora morta, ha una cultura eccezionale, può indicare la strada”. Papa Francesco confida soprattutto nelle nuove generazioni di politici, ma “c’è un problema globale che è la corruzione a tutti i livelli”. Quanto all’educazione, “bisogna usare tutti e due i piedi: avere un piede ben appoggiato per terra, e con l’altro fare un passo in avanti per cercare di appoggiarlo, e quando l’ho appoggiato, alzare l’altro e così via… questo è educare. È rischiare. Perché? Perché magari inciampo e casco. Ebbene, ti alzi e prosegui”. Anche la Chiesa - suggerisce il Papa - deve assumersi dei rischi, uscendo: se si vive chiusi in se stessi, si rischia di ammalarsi, si può andare incontro a “una Chiesa rachitica, con norme fisse, senza creatività, assicurata ma non sicura. “Quindi tra una Chiesa inferma e una Chiesa incidentata preferisco quella incidentata perché è almeno in uscita”. Riguardo alle attese per il Giubileo della misericordia, Francesco le sintetizza così: “Che vengano tutti, che vengano e sentano l’amore e il perdono di Dio”. 

Fonte: Sir
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