Il cuore grande del popolo di Natuzza
La spianata di Villa della Gioia, a Paravati, ha accolto i fedeli per la prima sessione del processo diocesano, fase iniziale dell'iter di beatificazione di Natura Evolo.
"Oggi poniamo i primi passi verso la gloria di Natuzza, certi che è volontà di Dio se finalmente per lei possiamo iniziare la fase diocesana del processo per la venerabilità". Lo ha detto questo pomeriggio monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto - Nicotera - Tropea, dichiarando aperta a Paravati la fase diocesana del processo di beatificazione della Fortunata (Natuzza) Evolo. Ora Natuzza è Serva di Dio. Sono arrivati in 8 mila, nella spianata di Villa della Gioia, per un momento di grande festa. Prima della Santa Messa, in molti hanno visitato i luoghi della mistica, pregando sulla sua tomba. Una figura che mons. Renzo ha più volte definito come testimone luminosa della santità calabrese. "Non è una festa di beatificazione", precisa il postulatore, don Enzo Gabrieli, in attesa che vengano raccolte le informazioni sulle virtù di Natura Evolo. Per quelli che sono in piazza, per i tanti che l'hanno conosciuta, Natura è già santa. Per l'ufficialità, chiosa don Gabrieli, "aspettiamo quando la Chiesa vorrà".
Quando i tempi saranno maturi per Dio, insomma, saranno maturi per tutti. "Quello che conta è partire nel processo - precisa mons. Renzo, ed è significativo che questo avvenga in tempo di quaresima che in vita ha segnato profondamente la carne di Natuzza fino a una quasi sua immedesimazione con il crocifisso". Il presule ha ricordato che "porre Gesù al centro della nostra vita è la strada che porta verso la santità, offrendo la nostra testimonianza nelle situazioni di vita in cui ci troviamo. Il santo - ha proseguito - è chi sa fare nella sua vita la scelta radicale di Dio senza lasciarsi attaccare dalle attrattive del mondo", mentre "oggi rischiamo più che mai di essere travolti dalle manie della società al punto da far ignorare del tutto i principi religiosi in cui diciamo di credere, così che la religione non orienta più i nostri comportamenti quotidiani ma si riduce a una cornice senza il quadro". Per il Vescovo miletese, "il santo prende sul serio il Vangelo senza lasciarsi contagiare dalla mondanità. Natuzza è vissuta con questo stile di distacco e di umile abbandono nelle mani del Signore. È stata donna mamma e cristiana, la sua vita è stata una lettera scritta nella sofferenza all'interno della Chiesa".
Il Tribunale diocesano è composto, oltre a mons. Renzo, da don Francesco Vardè in qualità di giudice delegato per conto del presule, don Francesco Sicari con funzioni di notaio, Francesco Reda notaio aggiunto e don Saverio Di Bella come promotore di giustizia.
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