Il dolore di mons. Satriano per il duplice omicidio di Amendolara
L'arcivescovo di Rossano - Cariati ha chiamato a raccolta le Istituzioni e i cittadini per realizzare insieme una testimonianza diversa, volta al bene, che sia piena di speranza.
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"In Kenya, dove sono per un viaggio umanitario, mi giunge la dolorosa notizia della ferita inferta alla Sibaritide. Quanto accade sotto i nostri occhi non può lasciarci indifferenti, anche se qualcuno, girando la testa dall’altra parte, semplicisticamente afferma che è solo un regolamento di conti tra ‘ndranghetisti". È la reazione di monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano - Satriano, alla notizia del duplice omicidio di Amendolara (Cs), a causa del quale hanno perso la vita due uomini. "Il nostro territorio, famoso per storia e bellezza, patria di uomini e donne testimoni di amore e di santità cristiana, non può e non deve far finta di niente, delegando tutto agli ordini inquirenti o, peggio ancora, nutrendo di connivenza i canali sommersi con cui la ‘ndrangheta schiavizza i nostri territori".
Per mons. Satriano, "il duplice efferato omicidio, volutamente enfatizzato nella sua esecuzione, è un chiaro monito a rimanere col capo chino, a non tentare di inerpicarsi per strade proibitive. Un messaggio lanciato all’interno delle relazioni criminali ma anche all’esterno". "Come pastore di questa Chiesa - aggiunge il presule - "ritengo dover interrogare la mia coscienza e quella di coloro che mi sono stati affidati nella cura pastorale". Infatti, "come credenti, come istituzioni, come uomini e donne di buona volontà, non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo e non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia.
La ‘ndrangheta ha espugnato da tempo le nostre piazze, i nostri spazi d’incontro e di relazione, infettando tutto con l’illegalità, la droga, l’usura e il pizzo. A volte entra anche nella gestione delle nostre feste". Mons. Satriano ricorda che "spazi di vita dove si tenta di decollare con la bellezza e la dignità del vivere sono costantemente sotto attacco, fiaccando la volontà e la forza di chi desidera e sogna una vita migliore". Rivolgendosi "a quanti vivono con dolore e fatica, a quanti desiderano tentare il cambiamento", l'arcivescovo rossanese ha lanciato un monito: "non pieghiamo la testa, proviamo a metterci insieme, a costruire percorsi educativi che ci portino fuori dalle secche della rassegnazione".
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