Le parole non bastano per descrivere questo dramma
La testimonianza di Sr. Loredana Pisani, direttrice migrantes della diocesi di Crotone-S. Severina
Non ci sono parole sufficienti a descrivere l’orrore e la paura che si sperimenta tentando di leggere negli occhi dei sopravvissuti il dramma accaduto. Sì, accaduto, ancora una volta, tra l’indifferenza di molti, quell’indifferenza non tanto diversa dalle storiche indifferenze che hanno generato i più grandi orrori di disumanità. Mentre sulle spiagge di Steccato di Cutro si procede a raccogliere ciò che resta di uomo, di una donna, di un bambino senza vita, all’ospedale sono stati accolti i superstiti, quelli che nel disastro hanno riportato ferite, anche gravi. Tra queste persone si erge immediatamente la disperazione di una donna, molto provata e ferita, che incessantemente chiama la figlia morta che non ha potuto salvare…Dal reparto di pediatria le urla sono di una piccola bambina, anche lei ferita, anche lei piange e si dispera perchè cerca una mamma che non può più rispondere. Intere famiglie sono morte in quest’orrore, tutte accomunate dal desiderio di una vita migliore. Sì, perchè chi parte, fugge dalla disperazione della guerra, dalle situazioni di grave instabilità politica, dalla povertà, dalla fame, dalle calamità. Nessuno rischia una traversata in mare senza portarsi dietro quel dramma che rende la propria vita impossibile di essere vissuta nella propria terra. Si parte nutrendo una speranza, sempre!
Questa loro speranza stanotte si è infranta dinanzi a chi ha gettato in mare tante persone, perché, scambiando le luci dei pescherecci con le navi motovedette, hanno affrettato “le operazioni di approdo” alleggerendo il peso di una specie di imbarcazione. Il pianto degli innocenti, dei piccoli non li ha commossi: quei pianti ora non suonano all’orecchio di nessuno più, perché non sono più.
La loro speranza ha incontrato anche la contrarietà del mare, della secca nella quale il barcone si è arenato, ripiegato; a quel punto la speranza è rimasta viva ma silente, molto silente solo in quelle persone, poche, che sono riuscite a sopravvivere, ma nessuno è felice, su nessun volto si accenna un sorriso, in tutti le lacrime si fermano negli occhi arrossati e spenti perchè, tormentandosi, si chiedono dove sono gli altri, perchè io sono vivo e gli altri no. Quella flebile speranza è confusa, è silente.
Dinanzi a tutto ciò non si può stare zitti, non si può difendersi nell’oblio del “non poter far nulla”. Non esiste una persona che ha dignità e un’altra che non ce l’ha. Non esistono guerre di serie A e guerre di serie B, e quindi, profughi da accogliere ed altri da lasciar morire in mare. Perchè la vera domanda che tutti noi dobbiamo farci è: “come mai in 4 giorni di navigazione nessuno li ha visti?”. A tutti noi spetta rispondere. Queste persone, questi piccoli, soprattutto quelli che non sono più, meritano una risposta. Io, tu, dobbiamo dare una risposta! (Sr. Loredana Pisani, direttrice Migrantes Crotone-Santa Severina)
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