Gli affreschi del Salone Sistino mostrano la bellezza dell’arte e il valore del sapere umanistico cristiano
Ricerca e new media in Vaticano
La Consulta Universitaria del Cinema (Cuc) si è riunita in Vaticano per discutere di cinema, nuovi linguaggi e IA
Il rapporto tra il mondo della ricerca universitaria e l’editoria audiovisiva, l’inarrestabile avanzamento dell’intelligenza artificiale, anche nel settore cinematografico, e l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento dei linguaggi audiovisivi, come strumenti di cittadinanza dalle infinite potenzialità espressive e comunicative, sono stati i temi principali affrontati in occasione del primo dei due incontri semestrali della Consulta Universitaria del Cinema (Cuc). Quest’organo, da oltre trent’anni, annovera esperti del cinema, della fotografia e della televisione e, ad oggi, conta oltre 450 soci tra docenti e giovani studiosi di vari atenei italiani e stranieri. La mattina del primo giorno (15 gennaio) i lavori sono stati avviati all’interno della meravigliosa cornice rinascimentale del Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana (Bav), che ha accolto oltre 130 docenti e studiosi del cinema, della fotografia, della televisione e dei media audiovisivi. “Siamo felicissimi di incominciare oggi questa nuova tappa della vita della Biblioteca Apostolica Vaticana” ha detto nel suo messaggio di benvenuto mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa da settembre 2022. Questa biblioteca è una sterminata miniera di saperi antichi e moderni, una macchina sempre pronta a viaggiare sulle strade dell’innovazione e delle scoperte. “Questo luogo straordinario, questo salone sistino, è un po’ una prefigurazione cinematografica. Siamo nel ‘500, non c’era il cinema ma gli affreschi che caratterizzano il salone più grande al mondo affrescato, al di là delle basiliche” ha aggiunto il presule. La splendida sala, voluta alla fine del ‘500 da Papa Sisto V per dare lustro alla nostra eccezionale cultura umanistica cristiana, contiene pregevoli pitture che raffigurano la bellezza del messaggio evangelico, i fasti della Chiesa Cattolica, la centralità della Santa Sede, i concili ecumenici orientale e occidentale e l’imponente sapere delle biblioteche dell’antichità. Dopo alcuni lavori di ristrutturazione è stata riaperta nel 2010, divenendo spazio atto alla creazione di cultura e alla custodia delle radici storiche. Il suo ambiente interno è simile ad uno spettacolo filmico rinascimentale, con sequenze visive che si succedono l’una dietro l’altra creando un’atmosfera armoniosa, che suscita emozioni e passioni. Proprio questo luogo ricco di fascino artistico, capace di elevare l’animo umano, è stato il più adatto per mettere in moto un evento che ha riflettuto sul futuro e sui linguaggi odierni. La cultura dev’essere preservata ricorrendo anche “ai nuovi linguaggi e alle nuove tecniche che creano la relazione tra la storia e il presente” ha suggerito Papa Francesco a Zani quando gli ha conferito il suo attuale incarico. I relatori si sono soffermati sulla natura del cinema, che è un linguaggio che comunica valori attraverso la successione di immagini e suoni, oltre ad essere un medium umano e antropologico. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (Mac), voluta da Sua Santità nel 2013 e di cui è presidente mons. Dario Edoardo Viganò, vice-cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali. “Sono cambiati i formati, i linguaggi, le modalità di fruizione e, in fondo, con i social è cambiata soprattutto una dinamica attraverso la quale le immagini raccontano di sé e della società” ha aggiunto Viganò che, con grande interesse, ha ricordato le prerogative di questo corso, che pone insieme passato e presente, tradizione e innovazione, che si interroga sull’uomo, sulla sua centralità e su ciò che è in grado di costruire, con la sua intelligenza e il suo cuore nel mondo attuale. Presenti alla manifestazione anche Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università degli Studi di Torino, già presidente Cuc, e Giacomo Manzoli, docente di Storia del cinema italiano, Cinematografia documentaria, Forme audiovisive della cultura popolare all’Università di Bologna. Quest’ultimo ha dato la parola a Federico Di Chio, direttore marketing strategico del Gruppo Mediaset nonché studioso di cinema e televisione e autore di saggi tra cui “La ricerca sui media: scambi tra università e impresa”. Allievo del semiologo, critico cinematografico e televisivo Francesco Casetti, Di Chio ha parlato delle tipicità delle aziende audiovisive che, oggi più che mai, puntano ad affermarsi sul mercato transfrontaliero, attraverso forme di collaborazione e dialogo con le università. Le imprese hanno bisogno di prendere dalle accademie le competenze, le metodologie e le conoscenze per creare i loro prodotti, mentre gli atenei devono poggiarsi sulle aziende per dare un risvolto empirico alle loro ricerche, e per avere un contatto diretto con la realtà. Il digitale, inoltre, è un valore aggiunto per le industrie perché permette loro di interpretare meglio i gusti, i desideri e le motivazioni dell’audience. Nel Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “L’Intelligenza Artificiale nella ricerca, formazione e produzione del cinema e dell’audiovisivo”, a cui hanno partecipato Elisa Giomi, commissaria dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e Andrea Appella, global competition expert & media-tech regulatory advisor. Secondo Manzoli l’IA, se opportunamente gestita e controllata, non rappresenta un pericolo per l’uomo ma una risorsa per il futuro. Ciò che conta veramente è conoscere bene le sue potenzialità, i suoi limiti e i pericoli che cela, perché solo così la ricerca può essere incanalata verso sfide sempre più accattivanti e stimolanti per l’umanità. È stato assegnato anche il premio Kinomata 2023 per la redazione di saggi scientifici, incentrati sulla presenza, sul lavoro e sulla rappresentazione femminile nel cinema e negli audiovisivi. La tavola rotonda “Alfabetizzazione ai linguaggi audiovisivi come strumenti di cittadinanza”, al centro delle riflessioni della seconda giornata (16 gennaio), ha visto la partecipazione di Paola Frassinetti, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito, e di alcuni membri del gruppo di lavoro Cuc su Scuola, Media literacy e Media education. La riunione è stata aperta dalla Rettrice Antonella Polimeni e dal direttore del Dipartimento Saras Gaetano Lettieri. Il punto da cui è partita la discussione è stata l’assenza del cinema fra le mura scolastiche, almeno fino al varo della legge n. 220 del 2016 voluta dall’allora ministro Franceschini, che ha legiferato in materia di cinema e audiovisivi attraverso l’istituzione di un fondo autonomo per il sostegno all’industria cinematografica. Adesso, fortunatamente, si inizia a parlare anche di cinema a scuola e a riconoscere – come sostiene Manzoli – che “saper leggere, capire e decostruire un messaggio audiovisivo è assolutamente una competenza di cittadinanza. In questo la scuola è indietro da tanti anni”. È molto importante curare la formazione dei docenti su questi nuovi mezzi espressivi, affiancandogli esperti in grado di istruirli sul loro funzionamento. In questo modo supereranno l’ostruzionismo nei confronti delle tecnologia e miglioreranno l’azione didattica.
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