Quattro coppe del mondo, cimeli dei campioni del passato e la storia della nostra gloriosa nazionale di calcio
Una storia da campioni del Mondo
In mostra a Cosenza nel complesso di San Domenico i 120 anni della FIGC
Quello degli azzurri è un cammino fatto di numerosi successi e qualche caduta
Immagino che tutti quanti noi avremmo preferito celebrare in ben altro modo il centoventesimo anniversario della FIGC (che nasce a Torino il 26 marzo 1898) ma, come ben sappiamo, le cose sono andate in maniera diversa. Così, visto che questo mondiale russo sarà destinato nell’oblio dei ricordi calcistici di diverse generazioni di tifosi azzurri, ci è sembrato doveroso documentare la gloriosa storia della nostra nazionale di calcio che di titoli e trofei ne vanta davvero tanti.
I più importanti, insieme a diversi cimeli appartenuti ai campioni del passato, sono esposti nel complesso monumentale di San Domenico con la mostra itinerante del “Museo del Calcio di Coverciano”. Si tratta di un itinerario cronologico che passa in rassegna i momenti più esaltanti della storia della FIGC. Le prime due Coppe Rimet del 1934 (Italia-Cecoslovacchia 2-1), 1938 (Italia-Ungheria 4-2); la coppa del Mondo vinta in Spagna nel 1982 e l’ultimo trionfo nei mondiali di Germania nel 2006. Poi la Coppa Europa del 1968 (Italia-Jugoslavia 2-0) e alcune maglie storiche come quelle di Giovanni Ferrari, Giacinto Facchetti (1968), Paolo Rossi (1982) e Franco Baresi (1994), insieme alle scarpette di Silvio Piola (1938), Pietro Anastasi (1968) e Roberto Baggio (1994).
Partita lo scorso 19 giugno da Matera, la mostra itinerante del ‘Museo del Calcio di Coverciano’, nei prossimi mesi arriverà a raggiungere complessivamente 13 città lungo tutto lo stivale (tra cui Parma, Livorno, Latina, Mantova, Novara) per concludersi a Trieste il 2 gennaio 2019.
La storia raccontata nei pannelli parte dall’esordio della nostra nazionale datato 15 maggio 1910 all’Arena di Milano, in maglia bianca (Italia–Francia 6-2). L’anno successivo, contro l’Ungheria, fa la sua prima apparizione la maglia azzurra, in omaggio al colore di casa Savoia. Dopo lo stop dovuto alla prima guerra mondiale e la lenta ripresa delle attività si aprì per la nazionale di calcio un periodo glorioso negli anni ’30, che la vide per due volte capace di conquistare l’Europa e il Mondo insieme ad un oro Olimpico (1936 Berlino). Protagonista assoluto di quegli anni fu il commissario unico Vittorio Pozzo che guidò campioni del calibro di Schiavio, Meazza e Piola (30 reti in 34 partite giocate). Ai trionfi degli anni Trenta seguì, dopo lo stop dovuto al cruento secondo conflitto bellico, un periodo buio con l’esclusione dai Mondiali del 1958 (eliminazione nelle qualificazioni dall’Irlanda del Nord), e quella nei Mondiali inglesi con l’eliminazione (il 19 luglio del 1966) da parte della Corea del Nord.
Ma da lì a qualche anno gli azzurri sarebbero ritornati al successo nell’Europeo del 1968 giocato in casa dove sconfissero nella doppia finale la Jugoslavia. Dei mondiali del 1970 disputati in Messico resta il ricordo della magnifica prestazione in semifinale con la Germania battuta 4-3. Nella finale non ci fu partita. Gli azzurri vennero battuti dal Brasile di Pelè per 4-1.
Ma per tornare sul tetto del mondo non passarono molti anni perché nel 1982 gli azzurri guidati da Enzo Bearzot conquistarono il loro terzo titolo mondiale nei campionati disputati in Spagna (Italia-Germania 3-2). Solo otto anni dopo il mondiale giocato in casa - le notti magiche sulle note dei gol di Totò Schillaci - stava per regalarci il quarto titolo prima dello stop in semifinale con l’Argentina di Maradona. Stessa sorte, ma con la bruciante sconfitta ai rigori in finale contro il Brasile, ci toccò nel mondiale giocato negli USA nel 1994.
Seguirono anni non molto esaltanti fatta eccezione per i risultati dei ragazzi dell’Under 21, che in quegli anni vinsero ben cinque titoli europei (1992-1994-1996-2000-2004). Si arrivò così al Mondiale del 2006 in Germania, nonostante gli eccellenti risultati ottenuti dalle giovani promesse, con un clima di sfiducia che circondava gli azzurri. Ad un inizio non troppo esaltante dal punto di vista del gioco fecero però seguito le vittorie con Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca nella fase a gironi. Poi Australia battuta agli ottavi e l’Ucraina sconfitta ai quarti. Il capolavoro fu, però, la semifinale contro la Germania, battuta ancora una volta e, poi, la vittoria ai rigori in finale contro i francesi di Zidane. L’Italia è campione del Mondo per la quarta volta.
La mostra si chiude così, con l’ultimo importante successo degli azzurri. Altri ne seguiranno, ne siamo certi.
La mostra resterà aperta al pubblico fino a domani a11 luglio nei seguenti orari: dalle 10 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30.
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