Danilo Amato "indaga" il cuore
Sul set del film "Idoli" girato nella Valle del Savuto.
“Idoli”, questo il nome del nuovo film del giovane regista belsitese Danilo Amato, presentato in questi giorni nella valle del Savuto e non solo. Un film avvincente, coraggioso, ricco di effetti speciali suggestivi e ben fatto. Un connubio di generi intrecciati con eleganza dal regista. Il film è una discesa profonda negli angoli più nascosti dell’essere umano. Un’analisi impeccabile della società di oggi, dove l’indifferenza regna sovrana e la voglia di voler apparire, anche compiendo atti tragici, è all’ordine del giorno. Il giovane regista di Belsito, laureato da poco in “Arti e Scienze dello Spettacolo”, è un orgoglio per l’intero territorio regionale e per il suo piccolo paese. Non lascia nulla al caso, come un treno in corsa percorre la sua strada alimentandosi di tanto studio e professionalità. Conosciamolo meglio con questa intervista concessa al settimanale Parola di Vita.
Come mai hai deciso di cimentarti nella creazione di un nuovo film?
In realtà ancora prima di girare “Na cosa semplice” avevo in mente di realizzare un film ad episodi collegati da una stessa tematica. Ho sempre sentito l’esigenza di spaziare riguardo le tematiche che affronto nei film, non amo chiudermi in un genere particolare o in storie che propongono situazioni simili tra di esse. Venero il cinema in tutta la sua pienezza, se un film suscita in me emozione e piacere visivo rimango incantato da esso, senza badare al genere o al regista. Per questa ragione quando scrivo un film cerco sempre di allontanarmi il più possibile dal lavoro precedente, pur inserendo comunque elementi ricorrenti. “Idoli” in questo senso è la prova tangibile di questo mio modo di essere un po’ “nomade”. Credo di aver inserito in questo film un connubio di generi: c’è il drammatico, il thriller, l’horror e il fantastico.
Che tipo di personaggi troviamo?
I personaggi sono tutti dinamici, le storie e le realtà in cui esse sono ambientate mutano in continuazione. Inoltre, quando inizio a scrivere un soggetto, sento la necessità di chiedere parere altrui ed è per questo motivo che alla creazione della storia di “Idoli” ha collaborato l’attore Aldo Girimonte, che mi ha dato molti spunti da poter utilizzare nella resa dell’intreccio della trama.
Quali messaggi hai voluto portare avanti?
Con questo film ho voluto trasmettere sensazioni, pensieri, considerazioni su ciò che di più spaventoso può nascondersi nell’essere umano e l’ho voluto fare senza filtri. Ciò potrebbe far pensare che si tratti di un film pessimista, ma non è così. “Idoli” è la rappresentazione finta ma realista di com’è il mondo e di ciò che potrebbe diventare.
Quali sono stati i tempi di registrazione?
Devo essere sincero, la lavorazione di questo film è stata molto faticosa, sia per i tempi ( circa un mese) che per le condizioni climatiche e le location un poco disagevoli. Abbiamo sopportato caldo, insetti, spine, sangue finto e quant’altro. Tra attori, tecnici, comparse e collaboratori sono state coinvolte 80 persone in questo progetto. Il film è stato girato tra Cosenza, Rende, Rogliano e Santo Stefano di Rogliano e nei luoghi suggestivi della valle del Savuto. Una delle scene più difficili da girare, sia a livello logistico che tempistico, è stata quella dell’interrogatorio tra l’ispettore e il mostro, nel secondo episodio del film. Con i protagonisti Aldo Girimonte e Danilo Aloe siamo stati chiusi sette ore in una stanza piccolissima. Gli attori indossavano abiti pesanti, visto che l’episodio era ambientato nel periodo invernale, noi però giravamo a metà agosto, puoi immaginare ( sorride). Fanno parte del cast: Aldo Girimonte, Danilo Aloe, Bruno Grandinetti, Serena Scigliano, Miriam Coccari, Genea Girimonte, Gianpiero Morrone, Enzo Merenda.
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