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L'emigrazione e il dialetto locale in una pellicola

il giovane regista Danilo Amato di Belsito porta in tour il suo "Na cosa semplice".

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L'emigrazione e il dialetto locale in una pellicola

È proprio vero che le cose semplici nella vita portano le soddisfazioni maggiori. “Na cosa semplice”, questo è il titolo del nuovo lavoro del giovane regista Calabrese, Danilo Amato. Originario di Belsito, nella Valle del Savuto, il giovane talento è un vanto per tutto il territorio. Le tante presentazioni in giro in questi giorni, nella valle del suo film, stanno letteralmente stregando gli spettatori e conquistando fiumi di consensi. Un film che svela e riaccende i riflettori su una delle tematiche storiche più significative per il nostro paese e anche su una delle pagine, più buie della nostra storia: l'emigrazione. Nel lavoro, emerge anche il forte amore per il piccolo centro del Savuto e per l’antico dialetto del luogo. Il regista, attraverso l’uso di una tecnica straordinaria, intreccia viarie storie, facendo andare indietro nel tempo lo spettatore. Un sentiero che attraverso “la pellicola”, dal presente arriva al passato, giungendo anche al futuro. Trama principale del film, è la storia della famiglia Madei. Gioie, dolori, amori, partenze, creano un contorno ricco di fascino e magia. Nel film emerge anche la figura del professore Antonio Madei (interpretato da Enzo Merenda), che durante le lezioni private al suo giovane allievo, riporta alla luce l’antico dialetto di Belsito. Fanno parte del cast (nelle parti principali) anche Danilo Aloe, Bruno Grandinetti, Antonio Simarco, Teresa Merenda, e Aldo Girimonte.

L'emigrazione e il dialetto locale in una pellicola
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