E' zona rossa: la Calabria chiamata a stringere i denti
Le misure dell'esecutivo entrano in vigore venerdì fino al 3 dicembre. Hanno pesato le insufficienze del servizio sanitario locale e un aumento dei casi.
La Calabria ritorna ad essere zona rossa, in compagnia di Piemonte, Lombardia e Valle d'Aosta. La notizia, che durante la giornata era stata scongiurata, e per la quale il fiato sospeso è durato fino alla prima serata - ossia fino alla conferenza stampa di Giuseppe Conte - ora è realtà.
La situazione, in regione, preoccupa gli esperti del ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico. Un nuovo lockdown, dunque, con gli spostamenti consentiti per le solite comprovate esigenze, da quelle lavorative a quelle di necessità, nonchè per accompagnare i figli a scuola e per motivi di salute. Misure che, ad auspicio dell'Esecutivo, dovrebbero arginare un trend che, ai lidi calabri, nelle ultime settimane è stato particolarmente negativo.
I numeri in aumento dei contagi e quelli delle terapie intensive consegnano alla politica nazionale il problema di una Regione dove la sanità rimane un anello particolarmente debole, tale da giustificare, forse anche precauzionalmente, l'adozione di misure più stringenti. Chiusi bar e ristoranti (con servizio d'asporto e a domicilio), ora in molti aspettano quello che il presidente del Consiglio ha definito il "Ristori - bis", il decreto che dovrebbe prevedere aiuti economici per le perdite che verranno subite in questo periodo. Un problema per il quale gli esercenti avevno già protestato, anche a Cosenza, nella scorse settimane.
Fino al 3 dicembre, allora, Calabria chiamata a stringere i denti, nell'auspicio che al prossimo monitoraggio del Ministero, che dovrebbe esserci dopo 14 giorni, secondo quanto riferito da Conte, i numeri del contagio siano migliori e soprattutto si possa compiere un più agevole tracciamento dei contagi.
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