La comunità protagonista a Regina di Lattarico
Domani 6 gennaio alle ore 17, tutto il paese sarà impegnato a mettere in scena un presepe vivente che si concluderà con l’arrivo dei Magi
L’aspetto più interessante che caratterizza le rappresentazioni delle vicende della Natività nel nostro territorio è certamente l’ambientazione, che trova nei centri storici del cosentino il luogo ideale per lo svolgimento di tali manifestazioni. A Regina di Lattarico, giorno 6 gennaio alle ore 17 , la comunità sarà impegnata a mettere in scena, nei vicoli che ricordano un passato importante, un presepe vivente che si concluderà con l’arrivo dei Magi. Il coinvolgimento dell’intera comunità, sottolineata dalla coordinatrice Rosa Mari Pellegrino, è testimonianza di fede, ma rappresenta anche il desiderio di valorizzare un centro storico da riscoprire, che lega la sua storia soprattutto agli ordini religiosi. Tra il XV ed il XVI secolo fu luogo in cui coabitarono culture e fedi diverse, che contribuirono notevolmente alla crescita culturale del territorio. La presenza ebraica è attestata da numerosi documenti, tra cui una Ketubah (promessa di matrimonio) del XV secolo, pergamena oggi conservata alla British Library di Londra.
I possedimenti a Regina dell’Ordine benedettino del convento di Santa Maria della Rota hanno consentito poi di ospitare nuclei abitativi albanesi di rito greco, ma la fioritura dell’antica Herina avvenne con l’ordine dei Minimi, all’interno del quale i frati reginesi ebbero un ruolo strategico. Non a caso le fonti concordano nell’attribuire la prima biografia di San Francesco di Paola al dotto fra’ Lorenzo Clavense di Regina, tra i primi seguaci del Santo, che ebbe un ruolo centrale nel processo cosentino relativo alla canonizzazione del Santo. Da non dimenticare l’opera di Giuliano Genovesi che, allontanandosi dal paese natío, andò a fondare un convento a Monopoli ed è tuttora ricordato nelle guide turistiche della città. Ed è sempre un frate di Regina, un certo fra’ Michele, che nella prima metà del Cinquecento portò da Roma una reliquia di S. Stefano, sistemata nel convento del borgo, ma poi trasferita alla cattedrale di Bisignano. Il forte radicamento con il paese è poi dimostrato dall’opera benefattrice di Giovanni Pezzullo, sacerdote legato ai Minimi, il cui lascito prevedeva l’istituzione di borse di studio che permettesse ai poveri della sua terra di poter studiare a Roma. A ricordarne oggi la figura, è la città di Cosenza con l’intitolazione di una scuola superiore. È questa l’atmosfera che la rappresentazione di giorno 6 gennaio farà rivivere ai visitatori: Regina, un borgo con un passato di storia religiosa importante da conoscere e musealizzare.
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