Lavori al santuario di Bisignano: riprendono dopo dodici anni
Seppure con le molte prescrizioni del caso, si tratta di intervenire su un’opera del XIII secolo, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti per la provincia di Cosenza, ha dato l’autorizzazione a riscontro della richiesta di “recupero, restauro e miglioramento sismico”.
Riprendono finalmente i lavori al complesso della Riforma, con particolare attenzione al Santuario, chiuso ormai dal 2010 per uno smottamento dovuto alle insistenti piogge di quel mese di febbraio. Da allora ad oggi solo promesse, forse anche progetti faraonici, soldi mai arrivati nella casse del convento. Nel frattempo, i frati hanno fatto alzare un telone nel chiostro e, da ben 12 anni, li si celebra messa. Un telone ormai logoro che, ormai letteralmente, fa acqua da ogni parte. La riapertura della chiesa del Santo Patrono, era stata una promessa di questa amministrazione presieduta da Francesco Fucile che, già all’indomani del suo insediamento, aveva avviato contatti e richieste per mantenere le promesse elettorali. Ora qualcosa si muove. Seppure con le molte prescrizioni del caso, si tratta di intervenire su un’opera del XIII secolo, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti per la provincia di Cosenza, ha dato l’autorizzazione a riscontro della richiesta di “recupero, restauro e miglioramento sismico”. Lo fa con una missiva indirizzata, fra gli altri, ai Frati Minori di Calabria ed al Comune di Bisignano: “il Soprintendente autorizza l’esecuzione delle opere e ne subordina l’efficacia all’osservanza delle prescrizioni”. Quello del ripristino della chiesa è ormai un percorso molto travagliato, iniziato nel 2018 con finanziamenti privati e altri garantiti dai Frati. L’anno dopo arriva, purtroppo solo sulla carta, un finanziamento di 300 mila euro deliberato dalla Giunta Regionale. Si sperava in un iter ormai partito e che sarebbe terminato con la riapertura della casa di sant’Umile. Invece, la burocrazia e forse anche la politica, non aveva permesso il concretizzarsi del finanziamento ed i frati sono stati costretti a sospendere i lavori che, ora si spera, possano riprendere al più presto anche perché, è opinione comune, “il tempo e la pazienza sono finiti” ed ormai non bastano più “toppe”, piove anche sull’altare, per tappare i buchi a quel telone.
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