Incontro tra il sindaco Mario Occhiuto e il presidente Antonio D’Elia
Quale futuro per la Biblioteca civica?
Due le ipotesi: il traghettamento verso il Ministero o l’assorbimento nell’alveo comunale
Si apre uno spiraglio per la Biblioteca civica di Cosenza. “Si è venuti alla possibilità di poter far traghettare la Biblioteca civica presso il Ministero dei Beni culturali. Il patrimonio librario rimarrebbe in città, verrebbe sciolto il Cda, verrebbe garantito il nome, che rimarrebbe Biblioteca civica, e a sovrintendere il patrimonio sarà l’Accademia cosentina. È un primo passo importante perché ci rende edotti di una volontà politica chiara”.
A dirlo è il professore Antonio D’Elia, presidente dell’Accademia cosentina e della Biblioteca civica, che nei giorni scorsi a Palazzo dei Bruzi ha incontrato, per la prima volta dal suo insediamento in seno all’Accademia, il primo cittadino Mario Occhiuto, che è anche membro del Consiglio di amministrazione della Biblioteca civica.
Se la statalizzazione della Biblioteca non dovesse andare in porto c’è il piano B, che era la prospettiva annunciata dal sindaco, cioè assorbire la Biblioteca nell’alveo comunale, una prospettiva che comunque non esclude la proposta del Ministero: “Il sindaco attende di sapere le proposte da parte del Ministero, io farò da intermediario, in qualità di presidente della Biblioteca, in questo rapporto tra Provincia, Comune, Ministero e Accademia cosentina. L’esposizione debitoria contratta con l’Agenzia del demanio ha fatto sì che la Biblioteca perisse nell’ultimo decennio col pensionamento dei bibliotecari e con la crisi del Comune di Cosenza. Qualche anno fa è stato siglato un protocollo d’intesa con il Ministero che ha posto sotto tutela i tesori che la Biblioteca civica conserva, tesori che rappresentano l’identità della città, proposta di collaborazione che si è poi bloccata a causa del Covid e delle ristrettezze economiche; noi vogliamo far sì che il protocollo si allarghi affinché ci sia il traghettamento verso il Ministero”.
All’interno un patrimonio plurisecolare fatto di manoscritti, pergamene, incunaboli, corali (una parte dei quali restaurati con l’aiuto della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria e del Ministero per i Beni culturali), fondi librari, le opere telesiane e tanto altro. Presente all’incontro anche la Provincia, ente che, come sottolinea D’Elia, “ha concorso al fabbisogno pagando la quota e ha fatto intervenire il personale a garanzia della corretta gestione della Biblioteca”.
A pagare lo scotto di questa delicata e complessa situazione sono anche i tre dipendenti che avanzano diverse mensilità, “il nostro impegno -sottolinea D’Elia- è salvaguardarli e cercare di arrivare alla risoluzione prima del loro pensionamento”.
Intanto il professore D’Elia ha indetto un nuovo Consiglio di amministrazione per approvare gli ultimi elementi relati alla gestione, poi ci sarà un’assemblea per far conoscere ai cittadini le condizioni in cui versa la Biblioteca, far conoscere la storia e portare avanti il processo di rilancio di questo bene che è di tutti, a garanzia di questo la volontà che lo Stato possa traghettare l’Ente verso lidi internazionali attraverso azioni come l’informatizzazione.
La fiammella della speranza si era accesa anche grazie all’intervento del sottosegretario ai Beni culturali e le attività culturali Anna Laura Orrico “che ci aveva dato agio di poter intraprendere questo percorso. La ringrazio per averci messo in corrispondenza già con gli accordi di valorizzazione fra il Ministero ai Beni culturali, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cosenza e l’Agenzia del demanio per il trasferimento del Complesso di Santa Chiara alla proprietà del Ministero, che ha trasferito l’uso gratuito del bene alla Provincia”.
Non ci resta che attendere le proposte ministeriali.
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