Rota Greca. Cinquanta sfollati per la frana

Prima che la situazione degenerasse, appena il fango del costone di roccia ha cominciato a venire giù, le famiglie di Rota Greca coinvolte dalla frana hanno fatto in tempo a lasciare le loro abitazioni.

Un martedì difficile per un centinaio di persone che hanno visto letteralmente negli occhi il materializzarsi di una tragedia.
Una situazione preoccupante, che ha visto un lato del terrapieno collassare su strade e penetrare nelle abitazioni coprendo la strada. I danni della frana sono evidenti, e lo spettacolo triste che si presenta agli occhi è quello di ringhiere divelte, di porte sfondate e di acqua entrata nelle case.
Anzi, cascate di fango copiose dai balconi, con le strade che si sono trasformate in veri e propri fiumi senza un letto naturale.
Coinvolte anche le automobili, sommerse da una fanghiglia che ha reso impraticabili le vie d’accesso al centro storico.
Il fango, come detto, è penetrato all’interno delle abitazioni. Sul posto si è subito recato il parroco don Giuseppe Leone, che ci ha raccontato la solidarietà chi si è resa subito manifesta. Come quella di un cittadino che ha letteralmente salvato la moglie e la sua datrice di lavoro, o di quanti si sono messi spontaneamente a spalare alle porte delle case e delle saracinesche. “La situazione in questo momento non è tranquilla, ma è sotto controllo”. Sono le prime parole che il sindaco di Rota Greca, Giuseppe De Monte, dice a PdV a poche ore dalla frana che ha colpito il paese. “il timore attuale deriva dalla paura profonda di stanotte, per questo stiamo monitorando con i vigili del fuoco e la Protezione civile la situazione attuale”. “Nessun danno alle persone”, conferma il sindaco, mentre “i danni alle cose sono da quantificare”. Intanto le persone evacuate sono ospitate da parenti e “allo stesso tempo si stanno effettuando gli interventi materiali per rimuovere i detriti”. Poi bisognerà guardare più lontano: “ci sarà da pianificare anche gli interventi da fare a monte sperando che qualche Ente ci dia una mano siccome siamo un piccolo Comune e non abbiamo risorse”.