Tutti siamo Chiesa, un unico Popolo di Dio
Una riflessione della referente sinodale a margine dell'assise diocesana
A 100 anni dalla visita di Papa Roncalli nella nostra cattedrale, a 60 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, a un anno dall’apertura del Sinodo, in questo clima si è svolto il convegno diocesano il 26 novembre proprio in Duomo. Un evento incastonato in una storia di grazia e di presenza viva dello Spirito Santo, rafforzata dalla lezione del Prof. don Dario Vitali, che ci ha ricordato in che senso “tutti siamo Chiesa”. L’afflato dello Spirito Santo è in ognuno di noi: ci parla, ci muove, ci guida! In questo clima di comunione e apertura ci avviamo alla seconda fase del processo sinodale. Si riconoscono i debiti di ascolto verso tanti che restano sul sagrato, o ancora più lontani, perché non si riconoscono nella comunità cristiana in una società che, in generale, non ha più fiducia nelle istituzioni. Mentre in passato il senso di appartenza era garantito dall’autorità che socialmente si riconosceva nella Chiesa, oggi nella società secolarizzata, occorre riconoscere i cambiamenti strutturali e culturali impregnati di relativismo e individualismo. Possiamo vivere di nostalgia? No. Possiamo omologarci a tutto il resto per mantenerci un posticino nel mondo? No. Allora, che fare? Possiamo raccontare la nostra storia che è storia di salvezza e se quella storia, scritta da Dio per noi, arriverà ai cuori, si potranno costruire nuovi legami fiduciari. Conoscere da dove veniamo, riconoscerci Chiesa, tornare a fidarci per essere credibili nel nostro invito che è uguale a quello delle prime comunità cristiane: “Vieni e vedi!”È forse a questo che ci chiama il sinodo che stiamo vivendo: tornare a noi Chiesa, popolo in cammino.
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