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Un americano e un tedesco hanno identificato la parola “porpora” su un rotolo

Un algoritmo per decifrare i papiri di Ercolano

Gli strumenti dell’IA serviranno per leggere questi testi senza aprirli

Un algoritmo per decifrare i papiri di Ercolano

In un mondo sempre più automatizzato la ricerca archeologica non può sottrarsi alla rivoluzione apportata dalle recenti macchine industriali, tra cui i dispositivi di intelligenza artificiale. Questi ultimi, se sfruttati con logica e coerenza, possono migliorare il nostro futuro e aiutarci a svelare i tanti misteri che si nascondono in reperti di inestimabile valore, in documenti di difficile lettura o in qualsivoglia dipinto o statua corrosi dal tempo. Segnali positivi nell’applicazione dell’IA al mondo della cultura vengono dall’ultima scoperta fatta su uno dei 1800 papiri di Ercolano, i famosi rotoli rinvenuti nel XVIII secolo nella Villa dei Papiri di proprietà, forse, di Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Giulio Cesare. Questi oggetti sono difficilmente srotolabili perché rimasti carbonizzati, in seguito all’eruzione del Vesuvio che ha distrutto, nel 79 d.C., le città di Pompei ed Ercolano, come riporta in una sua lettera Plinio il Giovane raccontando della morte, per inalazione di gas vulcanici, dello zio Plinio il Vecchio. Le ceneri, tuttavia, hanno garantito a lungo una buona conservazione di queste pergamene. Tanti, fino ad oggi, i tentativi di lettura finalizzati a scoprire se questi testi, ritenuti non consultabili per la loro estrema fragilità, custodiscano opere letterarie e filosofiche sconosciute risalenti al II-I secolo a.C. Le moderne tecnologie non invasive possono aiutare a comprendere il contenuto di questi documenti, senza doverli necessariamente aprire, evitando di arrecare danni alle loro pagine carbonizzate. È quello che ha fatto Brent Seales, docente all’Università del Kentucky nonché direttore della “Digital Restoration Initiative” (Iniziativa di Restauro Digitale) che da tempo studia i rotoli di Ercolano. Seales e il suo team hanno abbinato le tecniche della tomografia computerizzata, che crea immagini dettagliate e tridimensionali combinando una serie di raggi X, all’uso dell’intelligenza artificiale, eseguendo una radiografia 3D non invasiva dei rotoli bruciati, e ottenendo foto scansionate ad alta risoluzione. L’algoritmo di IA da loro implementato è stato in grado di analizzare le tracce di inchiostro a base di carbone invisibili agli infrarossi. Un ulteriore aiuto è stato dato da una nuova tecnica, sviluppata sempre da Seales nel 2019, che prevede il ricorso ad un sincrotrone, un acceleratore di particelle che produce una luce potente simile ai raggi X, usata per scandagliare da vicino oggetti minuziosi. Seales e gli altri ricercatori hanno reso disponibili l’algoritmo e le scansioni a raggi X e in 3D di alcuni rotoli, sfidando studiosi e informatici di tutto il mondo a utilizzare e migliorare l’algoritmo, per scovare il testo celato sotto la cenere. A Marzo 2023 l’Università del Kentucky ha lanciato la competizione globale “Vesuvius Challenge”, offrendo la possibilità a quei partecipanti, capaci di pervenire a risultati soddisfacenti nello studio dei rotoli ercolanesi attraverso l’algoritmo di IA, di vincere premi in denaro. Due studenti, l’americano Luke Farriton e il tedesco Youssef Nader, hanno vinto migliaia di dollari, per aver decifrato, su uno dei papiri carbonizzati, la parola “porpora” (in greco antico ΠΟΡΦΥΡΑϹ), un colore normalmente associato alla regalità del potere, usando un algoritmo di apprendimento automatico. “Questo è un momento importante perché stiamo dimostrando non solo a noi stessi, ma all’intera comunità globale, che i rotoli sono leggibili” - ha commentato Seales – “Leggere i rotoli ercolanesi ci aiuterà a entrare in contatto con il passato in modi “sorprendenti”, ha aggiunto l’esperto. 

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