Attentato a Istanbul: mons. Zekiyan (presidente vescovi Turchia), “condanna assoluta e rigorosa”
“Condannare e pregare. Se c’è qualcuno che fomenta atti del genere – dichiara mons. Zekiyan – il Signore lo illumini".
“Condannare questi fatti nel modo più assoluto e rigoroso. Senza mezzi termini”. È il secco commento, rilasciato al Sir, dal presidente dei vescovi cattolici della Turchia, monsignor Boghos Levon Zekiyan, in merito alla strage di Capodanno, a Istanbul, nella quale sono rimaste uccise 39 persone, la maggior parte stranieri, con decine di feriti. “Condannare e pregare. Se c’è qualcuno che fomenta atti del genere – dichiara mons. Zekiyan, che è anche arcivescovo degli armeni cattolici di Istanbul e Turchia – il Signore lo illumini, perché il cuore del faraone è nelle mani di Dio. Condanna assoluta, unita alla preghiera e alla solidarietà, con ogni apertura e aiuto concreto”. A questo riguardo il presidente della Conferenza episcopale turca ricorda che “la nostra piccola comunità cattolica turca si sta impegnando per i profughi e i rifugiati. In Turchia ci sono circa tre milioni di rifugiati dalla Siria mentre altri Paesi dell’Ue hanno fatto dei referendum per accogliere 1500 persone. Da queste parti – spiega l’arcivescovo – è radicata una grandissima tradizione di ospitalità. Come in Occidente prima che questo perdesse molti dei suoi valori fondanti, in nome di una modernità malintesa”. “Raccogliendo l’esortazione di Papa Francesco, contenuta nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, ad assumere la nonviolenza come stile per una politica di pace, possiamo dire che una risposta ferma a questi attacchi può arrivare anche dall’accoglienza. Come comunità cattolica possiamo solo pregare e ribadire che questi gesti non solo sono disumani ma vanno anche contro qualsiasi religione”. “Io sono armeno – afferma mons. Zekiyan – e il mio popolo ha convissuto per 1500 anni con l’Islam. Quanto il nostro popolo ha subito non ha radici religiose islamiche ma è il frutto di una ideologia che aveva la sua matrice nello Stato-nazione nel senso più rigoroso. Abbiamo vissuto per 1500 anni con gli arabi, poi con i turchi selgiudichi, con gli Ottomani e contemporaneamente con il mondo iranico che nel frattempo si era fatto musulmano. Abbiamo avuto momenti di grandissima fioritura culturale. Per questo motivo sono assolutamente convinto che questi attentati, quando arrivano da persone musulmane, purtroppo sono un tradimento del messaggio religioso. Quello del terrorismo, che colpisce persone di ogni etnia e fedi, è un messaggio trasversale e universale da condannare senza mezzi termini e la minima esitazione”.
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