Questo Sanremo non ci piace

Questo Sanremo non ci piace. Ogni anno, con strana puntualità, si ripete, nel corso della kermesse della canzone italiana il rito di banalizzazione dei simboli religiosi. Quest'anno però il Vescovo della Chiesa locale non c'è stato e ha fatto sentire la sua voce. Noi proviamo a cantare con lui, fuori dal coro, fuori dalla massa che sembra assuefatta dall'analisi impietosa o superficiale e che giustifica quello che accade al festival "è permesso perchè è specchio della contemporaneità".

Il cantante non ha bisogno di certe uscite per farsi notare a meno che non manchi la qualità; certe trovate poco rispettose della sensibilità (di pochi o tanti che credono) che amano i segni e i simboli del loro credo sono funzionali solo al rumore di qualche giorno sui social.

I grandi artisti, che hanno fatto la canzone italiana, che restano ancora come pietre miliari nella memoria di tutti, non sono mai scaduti, non si sono liquefatti nella ricerca dei riflettori per estrosità e scoop poco rispettosi dell'altro. Hanno scritto e cantato con intelligenza del loro contest sociale, hanno narrato la loro contemporaneità, facendo vibrare il cuore ieri e ancora oggi.

So bene che non è il tempo di Carosone che chiedeva di cantare "na canzucella doce doce" nè del "Blu dipinto di blu" di Modugno che ci ha fatto "volare", ma non ci vogliamo nemmeno riconoscere in alcune sbracate, deludenti e dissacranti canzonette.

E oggi, permettemi di dire, che non mi va nemmeno di sentire di prese di posizione di "cattolici" d'avanguardia. Per aver ricevuto il battesimo tanti nostri fratelli sono stati ammazzati, altri ancora oggi rischiano la vita.

Non è la stessa cosa, ma Whoopi Goldberg, attrice americana che ha vinto l'oscar per Ghost, per una affermazione nell'ambito di un ragionamento che mal definiva l'olocausto (nonostante le scuse) è stata sospesa e rischia seriamente di perdere la conduzione dello show sulla ABC news.

Forse è tempo che i cristiani, senza polemizzare troppo, comincino a cambiare canale e facendo sentire la loro voce ritornino a dire con chiarezza e libertà da che parte stanno; non si tratta di buttarla in morale ma nemmeno sottovalutare simboli, valori e pensieri di cui siamo fieri portatori.