La donna dedicò tutta la vita alla cura dei poveri servendoli con grande amore materno
Santa Maddalena dono di amore
Quest'anno le Figlie della Carità celebrano i 250 anni dalla nascita della loro fondatrice
La Congregazione delle Figlie della Carità Canossiane commemora quest’anno i 250 anni dalla nascita di Maddalena di Canossa. Nata il 1° marzo 1774 a Verona, la santa apparteneva al nobile e illustre casato dei Canossa di origine longobarda che, a partire dal X secolo, si stanziò nelle valli dell’Appennino reggiano. Nel corso dei secoli la dimora di questa famiglia ospitò numerosi re e imperatori, tra cui Napoleone Bonaparte e l’imperatore austriaco Francesco II. Sin da piccola Maddalena sperimentò il dolore e la sofferenza a causa della morte improvvisa del padre, il marchese Ottavio, e dell’abbandono della madre, la contessa ungherese Teresa Szluha.
La giovane capì che, per superare le difficoltà della vita, doveva riporre la sua fiducia nell’amore di Gesù Crocifisso e in Maria Addolorata, vere sorgenti spirituali e di infinita grazia.
Nonostante le origini aristocratiche, si incamminò sulla strada della vita consacrata, rispondendo alla chiamata del Signore all’età di 17 anni.
Ricolma di grazia caritatevole, andò incontro ai poveri portandogli la Parola di Dio, in un momento difficile segnato dagli sconvolgimenti dell’età napoleonica e dalle guerre che attraversarono la regione lombardo-veneta.
Lasciò il palazzo ereditato dalla famiglia per dedicarsi agli umili in diverse città italiane oltre a Verona, con l’aiuto di altre consorelle.
“L’amore di Gesù Crocifisso attraeva il mio giovane cuore e mi spingeva a cercarlo e a servirlo nei fratelli più piccoli, più deboli, più poveri” diceva la religiosa. Fondò nel maggio 1808 la famiglia religiosa delle Figlie della Carità e, in seguito, dei Figli della Carità, con l’obiettivo di educare e accompagnare fanciulle, bambini, ragazzi, giovani e adulti all’incontro con Gesù, convinta che una buona istruzione fosse l’arma migliore per combattere la miseria.
Ispirandosi ai principi della carità, dell’assistenza e della catechesi, Maddalena dedicò tutta la sua vita alla cura dei più bisognosi, servendoli con quell’amore misericordioso che Dio ha trasmesso ai suoi figli. Il suo testamento di vita è “far conoscere e amare Gesù”, specialmente nell’estrema sofferenza quando gli ammalati vanno confortati.
Morì a Verona nel 1835 e fu proclamata santa nel 1988. Attualmente l’ordine da lei fondato è presente in tutti i cinque continenti.
La Penitenziaria Apostolica, in occasione dei 250 anni dalla nascita di Maddalena, concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno le chiese parrocchiali o i luoghi di preghiera dove sono presenti i Canossiani e le Canossiane in ogni parte del mondo, dal 1° marzo al 2 ottobre 2024.
Questa possibilità è aperta anche agli ammalati, impossibilitati fisicamente a partecipare alle funzioni liturgiche o a far visita ai luoghi di culto, semplicemente compiendo opere di pietà e affidando a Dio le proprie sofferenze.
L’Unità Pastorale San Pietro-Santa Lucia di Rogliano ha organizzato proprio lo scorso 1° marzo, una messa in onore alla santa nella Chiesa di San Domenico.
Il parroco don Serafino Bianco ha ricordato l’impegno caritatevole profuso dalle Madri Canossiane sul territorio roglianese e nei comuni limitrofi, visitando gli infermi, istruendo i giovani e dedicandosi alla catechesi.
L'istituto canossiano di Rogliano
I primi istituti delle Figlie della Carità Canossiane sorsero nel nord Italia (Verona, Milano, Cremona, Pavia ecc). Le loro principali attività riguardavano, per lo più, l’insegnamento e l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Molte bambine e ragazze di Cosenza e provincia dovevano spostarsi nel settentrione per frequentare le scuole, soffrendo terribilmente per il distacco dalle loro famiglie e per le ingenti spese economiche che dovevano affrontare. La Calabria era priva di istituti addetti alla formazione e alla crescita delle fanciulle. Negli anni ’60 del novecento, allora, nacque l’istituto canossiano “Regina delle Vittorie” a Cosenza, specializzato nell’accoglienza delle sordomute. A partire dagli anni ’70, l’ente fu trasferito a Rogliano in Via Regina Elena. Le Madri ricevettero il sostegno delle autorità civili e di quelle religiose. Continuarono a svolgere efficacemente le loro attività didattiche rivolte alle studentesse audiolese, provenienti da diverse zone della Calabria e d’Italia, grazie anche all’uso di una strumentazione specifica per il recupero della disabilità acustica, e sotto la guida della Superiora Suor Cecilia Birolini di origini bergamasche. Le suore attualizzarono il carisma di Maddalena educando intere generazioni con la catechesi e l’insegnamento scolastico. Le loro attenzioni furono rivolte ai più poveri e alle donne, a cui impartirono lezioni di buone maniere, di taglio, cucito e ricamo allo scopo di renderle autonome economicamente. Furono aperte anche le scuole dell’infanzia ed elementare, e furono avviati percorsi ricreativi come l’oratorio e il grest. A causa del calo di iscrizioni e con la fine delle classi differenziali, le attività dedicate alle audiolese cessarono a Rogliano, verso la metà degli anni ottanta, e furono trasferite a Potenza. Negli anni le Madri hanno contribuito al fiorire di nuove vocazioni canossiane e sacerdotali.
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