Io, Zlatan, incontro te, CR7

Zlatan e Cristiano, che serie A. Hanno 38 e 34 (quasi 35 anni), ma giocano nell'ex campionato più bello del mondo. Certamente l'arrivo di Ibrahimovic al Milan dà un lustro ancora più grande alla pedata italiana, che per anni ha sofferto di anemia di campioni. Sono qui non più in tenera età, certamente non al top della forma fisica a causa di infortuni (lo svedese) e usura del tempo (il portoghese), ma costituiscono un valore aggiunto eccezionale. Perché Ibra e Cristiano, ognuno a modo loro, fanno ancora la differenza; e dove non la fanno in campo, e non è vero che non la fanno, la fanno per l'impatto mediatico che hanno, per l'economia che fa girare un sistema intero, per un carattere comunque eccentrico. Zlatan, a proposito di carattere, è l'emblema di una maschera di piacevole e sana arroganza che ne fa un uomo e un calciatore apprezzato a tutti i lidi. Cristiano, uno dei calciatori più importanti della storia del calcio, vincitore di cinque palloni d'oro, rimane il simbolo dell'atleta potente, sempre sul pezzo, esteta della sua forza muscolare.

Due straordinari ed istrionici attori, che garantiscono al movimento e alle tifoserie un motivo in più per guardare il calcio. Si scontreranno, si incroceranno, ognuno col proprio essere tronfio, ognuno con la sua spocchia da campione. Si rispetteranno - ne siamo certi -. E siamo ancora più certi che ci regaleranno ancora prodezze. Perché quando hai i piedi buoni, l'età non conta.