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Biblica…mente, un percorso tra fede e arte alla ricerca del bello

Raffaella Buccieri presenta “Tota pulchra es Maria”

Biblica…mente, un percorso tra fede e arte alla ricerca del bello

Un ciclo di incontri itinerante incentrati sulla fede e l’arte, una incessante ricerca del bello, attraverso tutte le sue strade e sfumature. Un viaggio iniziato il 16 Ottobre, nel Salone Parrocchiale di Santa Teresa del Bambin Gesù di Cosenza, con la mostra “Gaudate et exsultate”, di Gina Guarasci. Gli incontri, sono poi proseguiti con “La Santità nell’Anno Liturgico”, di don Luca Perri; fino ad arrivare alla più recente, ma non ultima, “Tota pulchra es Maria”, a cura di Raffaella Buccieri, critico, storico dell’arte e docente magistrale in scienze religiose, arte e iconografia cristiana, presso l’Issr “San Francesco di Sales” di Rende. Questa non è la sua unica presentazione in programma, il 12 Marzo del prossimo anno le aspetta la prossima, dal titolo “Giuseppe, uomo giusto” (Mt 1,19).

Nel corso dei secoli la Chiesa ha tenuto molto all’utilizzo dell’arte per comunicare con i fedeli, molti dei quali tra l’altro non sapevano né leggere né scrivere, per cui l’arte rappresentava un ottimo mezzo. Questo modus operandi continua ancora oggi, seppure i tempi siano decisamente cambiati; tuttavia rimane importante far conoscere alle persone il linguaggio simbolico che si cela dietro i dipinti, così che il singolo osservatore possa cogliere gli aspetti dell’immagine sacra.

“'Tota pulchra es Maria' comprende le iconografie mariane, nello specifico quelle più natalizie – commenta Raffaella Buccieri -  in realtà sono partita dall’Annunciazione, poiché altrimenti non sarebbero stati capiti determinati aspetti iconografici di altri dipinti. Ho messo in evidenza quali sono stati i linguaggi che gli artisti hanno utilizzato, chiaramente usufruendo delle fonti disponibili, per poi passare per l’Immacolata Concezione, arrivando al racconto di Maria e il Bambino nella Natività. Ho messo inoltre in evidenza la gestualità e come venivano illuminati; ci sono dei dipinti in cui Maria e il Bambino sono messi in luce, mentre gli altri più in ombra, questo per evidenziare il rapporto tra l’umano e il divino. L’iconografia di Maria si è arricchita dopo il Concilio di Efeso, quando è diventata “Theotòkos”, Madre di Dio, e da lì è partito, per certi aspetti, un linguaggio iconografico molto vicino a quello del figlio. Sono incontri che hanno un filo conduttore, si tratta del rapporto che anche noi abbiamo con Maria; mentre il secondo incontro sarà legato a Giuseppe, più sotto l’aspetto teologico. Entrare in una Chiesa e non comprendere i linguaggi ci penalizza, perché spesso si osserva un dipinto passivamente. Quello che noi vogliamo fare è dare una chiave di lettura che possa aiutare le persone ad approfondire delle verità, un modo per diventare ancora più cristiani, attraverso l’educazione alla bellezza. A questo proposito abbiamo tenuto un convegno con l’associazione Ainsped, presso la parrocchia di Sant’Antonio, volta proprio sull’educazione al bello, al quale ho partecipato assieme ad altri relatori, tra cui l’acquerellista fra Beppe Murdaca, col quale stiamo da diverso tempo lavorando su questo rapporto dell’arte come mezzo per comunicare. Le vie della bellezza sono le vie che ci aprono a Dio”.

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