Gli interventi di manutenzione programmata sulle statue dureranno fino al mese di settembre
Nuova campagna diagnostica sui Bronzi di Riace
I manufatti raffiguranti due guerrieri sono la massima espressione della meravigliosa cultura magnogreca
Due capolavori che testimoniano la grandezza artistica raggiunta dalla cultura greca. Due reperti preziosi che colpiscono per il loro carattere “divino”, per la plasticità e per la perfezione delle loro forme e per il loro aspetto vivo e umano. Questo e tanto ancora descrive la bellezza sublime e superba dei famosi Bronzi di Riace che, a distanza di secoli, restano forse il simbolo più bello e luminoso della maestosa civiltà della Magna Grecia, sorta tra Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia con l’arrivo sulle coste meridionali dei colonizzatori greci nell’VIII secolo a.C. Raffiguranti probabilmente dei guerrieri con corpi atletici, robusti e forti, questi meravigliosi capolavori artistici del V secolo, rinvenuti a Riace vicino Reggio Calabria dal chimico romano Stefano Mariottini nell’agosto del 1972, saranno sottoposti ad una nuova campagna di verifica e di controllo del loro stato di conservazione. Questo è quanto è emerso dall’accordo quadro sottoscritto tra il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR). Negli ultimi anni le due statue sono state oggetto di interventi da parte dei restauratori e degli archeologi del MArRC. L’ultima analisi risale agli anni 2009-2013 ed è stata condotta nella sede del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella. Il coinvolgimento dell’ICR ha permesso di condurre da remoto alcune indagini videoendoscopiche, al fine di comprendere la struttura interna delle statue. A Marzo 2023 il Museo reggino e l’ICR hanno condiviso un programma di verifiche strumentali e visive dello stato di conservazione dei reperti conservati in Sala Bronzi, e le prime attività di controllo risalgono a settembre dello stesso anno. I nuovi lavori sui due manufatti saranno coordinati da Barbara Fazzari, responsabile del Laboratorio di Restauro, da Daniela Costanzo, responsabile dell’Ufficio Collezioni e da Fabrizio Sudano, dirigente del Museo di Reggio Calabria. “Una grande opportunità per il MArRC. A dieci anni dall’ultimo intervento di restauro sui Bronzi di Riace, avviamo una campagna di verifica e monitoraggio indispensabile per pianificare i futuri interventi di manutenzione e restauro sui nostri capolavori pregiati” ha riferito Sudano. All’ICR sono state proposte delle modalità di analisi “a misura di visitatore”, per dare a quest’ultimo la possibilità di poter assistere alle operazioni di check-up dei Bronzi direttamente dalle vetrate di piazza Paolo Orsi. In questo modo turisti e amanti degli oggetti d’arte comprenderanno le modalità più idonee per approcciarsi ad un bene prezioso senza danneggiarlo, e riceveranno in tempo reale dagli esperti o tramite mezzi multimediali le giuste informazioni sulle attività di restauro in corso. Lo scambio diretto tra ricercatori e pubblico intende sensibilizzare sul concetto di salvaguardia e prevenzione del patrimonio archeologico e sulle difficoltà di conservazione. È molto urgente - come ha avuto modo di ricordare Giorgio Sobrà, Direttore delegato dell’ICR - intervenire per evitare il degrado dei materiali costitutivi dei reperti, applicando una politica di manutenzione e controllo delle condizioni ambientali che li circondano. È necessaria una “conservazione preventiva” – come puntualizza Fazzari – che permetta di pianificare le azioni volte a bloccare il deterioramento, evitando restauri futuri. I funzionari del museo reggino, sotto la supervisione dell’ICR, metteranno in pratica le strategie migliori per ridurre le cause di alterazione dei bronzi. Saranno applicate anche delle procedure specifiche per effettuare analisi diagnostiche sulle leghe metalliche, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’Università di Genova. La nuova campagna di verifica e controllo avrà anche lo scopo di rilevare e capire la struttura diversificata delle patine che si sono formate nel tempo sulle statue, attraverso apposite metodologie integrate. Questo permetterà di monitorare le superfici delle sculture, sulle quali si è abbattuta l’azione dei detriti marini prima del loro ripescaggio dal fondo del mare, e di perfezionare i protocolli conservativi. “La tutela delle collezioni è un obiettivo per ogni istituto di cultura ma naturalmente l’importanza dei Bronzi di Riace esige particolare attenzione per la salvaguardia di questi capolavori e la loro trasmissione alle generazioni future” ha detto Daniela Costanzo. In base al cronoprogramma definito delle attività di monitoraggio e verifica dei Bronzi di Riace e Porticello, i primi interventi autoptici e diagnostici sono partiti il 15 aprile e si protrarranno fino al 18 settembre 2024.
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