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Dal 16 al 23 novembre la mostra si sposterà a Cosenza presso il Museo dei Brettii

Una mostra sul Beato Livatino

Il giudice siciliano visse una vita coerente con i principi della religione cattolica   

Una mostra sul Beato Livatino

Il Salone del Centro Pastorale della diocesi di Locri-Gerace ospita, in questi giorni, la mostra itinerante “Sub Tutela Dei – Il giudice Rosario Livatino”. Inaugurata lo scorso 4 novembre, l’esposizione passa in rassegna le fasi della vita del magistrato Rosario Livatino, nato nel 1952 a Canicattì e assassinato il 21 settembre 1990 dall’organizzazione mafiosa siciliana della Stidda. Il percorso consta di varie sezioni, ognuna delle quali si focalizza su una fase dell’esistenza di questo grande uomo di legge, amante della giustizia e profondamente spinto, nelle sue azioni, da un certo spirito cristiano. Il tutto è accompagnato da immagini, video e testimonianze di donne e uomini che l’hanno conosciuto. Partendo dal giorno dell’agguato e dell’uccisione, attraverso la ricostruzione del contesto storico-sociale nel quale il giudice visse e agì, il percorso esplora la sua vita, la sua formazione culturale e professionale e il suo legame con la Chiesa, fino alla sua beatificazione. Uomo saldamente radicato nel suo tempo e nella sua terra, dopo gli studi classici si laureò in giurisprudenza a Palermo diventando, subito dopo, vicedirettore all’Ufficio di Registro di Agrigento. Vinse il concorso per magistrato svolgendo un tirocinio presso il tribunale di Caltanissetta, per poi diventare procuratore e, infine, giudice a latere nella sezione penale del tribunale di Agrigento. Tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta condusse indagini su diversi fatti di criminalità mafiosa, di corruzione e sul fenomeno della “tangentopoli siciliana”, che stavano interessando la sua regione. Si contraddistinse per la sua intelligenza, per la passione nel lavoro, per il suo rigore professionale nel ricercare la verità e per la lotta a favore del bene comune. Livatino venne ucciso la mattina del 21 settembre 1990 sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento-Caltanissetta, mentre si recava in auto in tribunale. I responsabili del massacro furono individuati, sottoposti a processo e condannati. Il siciliano incarnò il prototipo del vero magistrato, cioè di quell’uomo di legge che deve avere una forte etica, deve essere apolitico, autonomo e indipendente, pronto al dialogo e al rispetto. Cinema ed editoria hanno contribuito a tener viva la sua memoria, con pellicole tra cui “Il giudice ragazzino” di Alessandro Di Robilant del 1994 e il libro omonimo di Nando dalla Chiesa del 1992. Un aspetto rilevante nella vita di Livatino è il suo rapporto con la religione. Lui stesso, riprendendo i passi del Vangelo, affermò che “la giustizia è necessaria, ma non sufficiente, e può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell’amore, amore verso il prossimo e verso Dio”. Per il magistrato la carità dev’essere il filo conduttore delle azioni umane del vero cristiano, il quale è tenuto a battersi per far trionfare la giustizia ricorrendo alla preghiera e abbandonandosi a Dio. Livatino amava professare la sua fede cattolica, recandosi a pregare tutte le mattine nella Chiesa di San Giuseppe prima di andare a lavoro. Giovanni Paolo II lo definì “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Nel 2019 Papa Francesco, rivolgendosi ai membri del Centro Studi Rosario Livatino, parlò di questa figura come “esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni”. Il santo padre l’ha beatificato il 9 maggio 2021, in occasione dell’anniversario della visita di Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993. Il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta, ha ricordato che l’eroicità di Livatino sta nel fatto di essersi messo sotto la Croce, cioè sotto la protezione divina (“Sub Tutela Dei”), assaporando i frutti dell’albero della vita e perdonando i suoi uccisori come ha fatto Gesù. Questo giudice martire ha vissuto nella coerenza piena tra fede cristiana e vita. Il titolo della mostra giunta a Locri “Sub Tutela Dei”, visitabile gratuitamente fino al 13 novembre, vuole enfatizzare l’affidamento di Livatino al Signore e il suo porre se stesso, la sua famiglia e il suo lavoro sotto la sua protezione.

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