Chiesa

Don Giuseppe, e con lui don Giovanni Nervo, sono stati realmente presenze profetiche per la nostra Chiesa, a tratti scomode e perfino discusse ma capaci d'indicare con chiarezza la direzione verso cui tendere e, al tempo stesso, strenuamente impegnate a dare concretezza alle loro intuizioni.

Questa la proposta alle diocesi del Servizio nazionale per la pastorale giovanile per la Giornata mondiale della gioventù che si celebra nella Domenica delle Palme. Lo spunto dalle parole di Papa Francesco: "Dove c'è un muro, c'è chiusura di cuore. Servono ponti, non muri!". Da piazza San Pietro partirà il pellegrinaggio del Crocifisso di San Damiano e della Madonna di Loreto: un anno in giro nelle diocesi

Francesco Antonetti è il presidente della Confederazione delle Confraternite che raggruppa circa tremila tra quelle canonicamente riconosciute nelle diocesi, con un milione e mezzo di confratelli: "Volendo, il primo articolo recita: nessuna liceità per cose lontane dal Vangelo e, quindi, immorali". La necessità della formazione cristiana. Parte dei ricavi delle feste destinata alla carità

Consiglio permanente Cei. Ferma posizione del cardinale presidente, Angelo Bagnasco: "Non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo". Fra i temi trattati anche il "grande dono" del Giubileo della Misericordia, il malaffare e il malcostume, la domanda di lavoro, la buona politica e la necessità di opporsi al dilagare della teoria del gender.

Consiglio permanente Cei. Amare l’uomo in tutte le sue condizioni, di perseguitato per la propria fede, di disoccupato perché derubato del lavoro dal malaffare, di bambino e giovane pressato dalla teoria del gender, di migrante che attraversa il mare alla ricerca di futuro... ecco l’impegno. Contate su di noi

L’iniziativa è stata ideata dall’associazione Sant’Anselmo-Imago Veritatis con la collaborazione di monsignor Timothy Verdon, direttore del museo del Duomo di Firenze. Andrea Gianni, presidente dell’associazione, sul capolavoro del Beato Angelico: "Non una fruizione meramente estetica o emozionale, bensì come invito a mantenere uno sguardo contemplativo sulla passione e morte di Cristo".

Giubileo.  A ciascuno è chiesto di lasciarsi incontrare da Cristo, di farsi raggiungere dal suo amore misericordioso. Si lascia accarezzare da Dio chi riconosce il proprio peccato con umiltà. In questo senso il peccato dell'uomo è il luogo privilegiato dell'incontro con Gesù Cristo, che è venuto non per i sani, ma per i malati.

Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pompei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: "Siamo tutti napolitani…". Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondibile augurio: "E ca a’ Maronna v’accumpagne!". Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale.

"Il Vangelo: lì possiamo incontrare Gesù, ascoltarlo, conoscerlo - ha detto il Papa. Il crocifisso: segno dell’amore di Gesù che ha dato sé stesso per noi. E poi una fede che si traduce in gesti semplici di carità fraterna. Ma principalmente nella coerenza di vita tra quello che diciamo e quello che viviamo, coerenza tra la nostra fede e la nostra vita, tra le nostre parole e le nostre azioni. Vangelo, crocifisso, testimonianza.

Monsignor Spinillo ha ricordato che tanti hanno trovato nella testimonianza e nella morte di don Diana “l’ispirazione e la speranza per combattere quel male che è ancora prepotentemente presente e ramificato nella nostra società, e che si mostra capace, anche nella globalizzazione degli interessi e degli affari, di camaleontiche mimetizzazioni per continuare a dominare e ad appropriarsi della vita dell’umanità”.

La scrittrice Susanna Tamaro, "cattolica un po' anomala" come lei stessa si definisce, ha uno sguardo positivo sul grande appuntamento che la Chiesa, e non solo, è chiamata a vivere: "Tutti abbiamo bisogno di misericordia: tutti, credenti o non credenti, possiamo offrire o ricevere misericordia, cioè possiamo partecipare al Giubileo in senso attivo o passivo".

Padre Ugo Sartorio, francescano, teologo e giornalista: "Il sacerdote deve gettare il seme del Vangelo lontano, a tutti, con abbondanza e soprattutto con fiducia". Anche nella consapevolezza che spesso si tratta di un "secondo (primo) annuncio" a ex-cristiani, post-cristiani, cristiani della soglia. E ancora: "Curare la presa di contatto con il pubblico che si trova davanti, da verificare mentre parla"

È stato sempre il popolo a voler accorciare le distanza da un Giubileo all'altro che doveva avere una scadenza di 100 anni, all'inizio di ogni secolo, per cui fu portato a 50 anni e poi a 25, per impedire che una generazione di persone possa essere priva di questa grazia. Manifesta il desiderio di perdono di Dio, di rinascita, di sentirsi uniti in un comune cammino, diretti a una meta condivisa.

El Rahum. Questo il nome che Egli si è voluto dare: El, il Dio, Rahum, degli uteri. I latini lo hanno tradotto Misericordioso. Per Lui è impossibile non accogliere chi a Lui grida. Francesco batte e ribatte in un crescendo il suo richiamo per noi che dobbiamo apprendere a ricorrere "a Lui con cuore sincero". E invita il popolo cristiano a vivere l'Anno Santo della Misericordia