Attualità

"Tu sei un bene per me" è il tema dell'edizione numero XXXVII del Meeting per l'amicizia fra i popoli che si svolgerà a Rimini, dal 19 al 25 agosto, con un programma denso, come tradizione, di tavole rotonde, di mostre ed esposizioni, di testimonianze, di storie, unite a eventi sportivi, culturali e musicali (programma su: www.meetingrimini.org). "Vogliamo continuare sulla scia indicata da Papa Francesco che ci esorta sempre a guardare all'altro come a un bene. Dicendo 'tu sei un bene per me' vogliamo ribadire che io non solo posso tollerarti, convivere con te, ma addirittura riconoscere che 'tu sei un bene'", dichiara la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri. Non ci si può arrendere alle stragi, alle divisioni, alla disperazione dei migranti che cercano salvezza in Europa. Riconoscere che "tu sei un bene per me" è la sfida che coinvolge la storia.

Da Bratislava un messaggio ecumenico per fondare la politica comunitaria su valori e origini condivise. Preghiera comune di otto chiese cristiane. Monsignor Stanislav Zvolensky, presidente della Conferenza episcopale: l'integrazione "non sia un compromesso". Una "catena di preghiera" senza confini per l'Europa.

L'ora delle epurazioni in Turchia, dopo il fallito golpe dei giorni scorsi. La risposta durissima del presidente Recep Tayyip Erdogan non si è fatta attendere contro tutti coloro considerati complici del predicatore Fethullah Gulen, un tempo suo fidato alleato, e oggi ritenuto la vera mente del golpe. La tensione è palpabile nel Paese. Ma come stanno vivendo i circa 100mila cristiani, di cui 30mila cattolici, di Turchia, questi giorni di grande tensione e violenza? A raccontare lo stato d'animo dei cristiani locali  sono l’arcivescovo latino di Izmir (Smirne), il domenicano Lorenzo Piretto, e il vicario apostolico di Istanbul, Rubén Tierrablanca Gonzalez.

Il tentativo di colpo di Stato in Turchia è stato caratterizzato da varie stranezze. Una valutazione delle forze in campo e delle mutate relazioni internazionali. Sul piano interno Erdogan si trova rafforzato, almeno nel breve periodo. Sul piano internazionale la tensione probabilmente salirà, ma potrebbe valere lo stesso principio, a patto che il "sultano” di Ankara non tiri troppo la corda.

La strage a colpi di machete in un ristorante di Dacca in Bangladesh e poi a Nizza un tir di 14 tonnellate lanciato sulla folla. Ma come vive un musulmano la lunga scia di sangue lasciata al grido di Allah Akbar? Lo abbiamo chiesto a  Layachi Kamel, imam delle Comunità islamiche del Veneto. "Chi vive autenticamente la propria fede religiosa - dice -  e i suoi insegnamenti, non può che essere  una persona tesa all’incontro, al dialogo, alla condivisione, una persona che rispetta la sacralità della vita e la libertà di ogni persona. Questo è l’Islam e tutto ciò che non è questo, non è Islam. È un’interpretazione eretica e strumentale dei testi".

La dura reazione del governo di Ankara che segue al tentativo di colpo di Stato preoccupa Bruxelles e Washington. Occorre equilibrio tra stabilità politica e rispetto della democrazia e dei diritti umani. L'ipotesi ventilata di un ripristino del patibolo scuote le istituzioni internazionali al di là della realpolitik. La tutela della vita umana è un "limite invalicabile".

Lo scorso fine settimana nella capitale Juba vi sono stati nuovi pesanti scontri, con 300 morti, tra cui due caschi blu cinesi. Violenze e migliaia di sfollati. Molti occidentali stanno rimpatriando con voli governativi. Missionari e organizzazioni umanitarie affrontano l'emergenza.

In base ai dati del censimento del 2011, in Italia sono oltre 7 milioni gli appartamenti non locati. Allo stesso tempo il 27,3% degli italiani vive in alloggi sovraffollati e quasi una persona su dieci è in situazione di disagio abitativo. Per non parlare degli sfratti. Nei giorni scorsi il Sicet ha diffuso i dati elaborati dal ministero dell'Interno: sono oltre 150mila le famiglie che attendono l'esecuzione del provvedimento nei prossimi mesi. Ecco le ragioni per le quali il Sicet lancia la sua proposta: "Se fino ad ora è stata privilegiata la rendita finanziaria e immobiliare, adesso è il momento di puntare sulla rendita delle persone".

Da circa una settimana la stazione San Giovanni di Como è al centro di un flusso di migranti - per lo più eritrei, somali e gambiani - intenzionati ad attraversare il confine diretti verso il nord Europa. Una situazione divenuta particolarmente critica nei giorni scorsi quando, nelle ore serali, sono arrivati ad essere un centinaio i migranti costretti a dormire all’addiaccio nei pressi della stazione.

Numeri impressionanti che non riguardano solo gli interventi sulla popolazione straniera, ma anche i tanti italiani che la crisi economica sta spingendo sotto la soglia della povertà. Una percentuale che nel Rapporto dell’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni del 2011 era al 20 per cento e ora, dopo cinque anni di crisi, è arrivata al 25 per cento.

Sono 4,6 milioni le persone in povertà assoluta, il 7,6%, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat relativi al 2015, con un aumento di quasi 500 mila in più rispetto all'anno precedente poiché collocati all'interno di famiglie numerose. Il dato sulle famiglie in povertà assoluta rimane invece stabile: 1 milione e 582 mila. La Camera dei deputati ha approvato, nell'ambito del disegno di legge delega con le misure di contrasto alla povertà e il riordino delle prestazioni sociali, il "reddito di inclusione". Il parere di Caritas italiana.

Il giorno dopo lo scontro ferroviario, costato la vita finora a 23 persone, è il momento più duro per i parenti che si confrontano con il riconoscimento dei loro cari. Le storie piccole di ciascuno tratteggiano una tragedia collettiva in cui nemmeno lo straordinario sforzo dei pugliesi, corsi in migliaia a donare il sangue per l'emergenza, riesce a lenire il dolore di chi non sa dare una risposta a un quesito sempre presente quando muoiono degli innocenti: perché? Sabato ci saranno i funerali.

Nonostante il refrain contro i migranti sia sempre lo stesso: "Premesso che non sono razzista...", nelle società occidentali il razzismo sta uscendo allo scoperto e rischia di essere legittimato come una opinione. Secondo lo psichiatra Vittorino Andreoli siamo in "una cornice di civiltà disastrosa", l'Italia e l'Occidente stanno "regredendo alle pulsioni istintive", al dominio della "cultura del nemico": "La superficialità porta l'identità a fondarsi sul nemico. Se uno non ha un nemico non riesce a caratterizzare se stesso".

L’80 per cento delle imprese del nostro Paese con oltre 80 dipendenti ha dichiarato di impegnarsi in iniziative di responsabilità sociale, per un investimento totale di un miliardo e 122 milioni di euro. È quanto emerge dal settimo Rapporto di indagine curato dall’Osservatorio Socialis in collaborazione con Baxter, FS Italiane, Prioritalia e Terna. Il dato, che è il più alto degli ultimi 15 anni, ha preso in considerazione diversi elementi quali il coinvolgimento dei dipendenti, l'attenzione all’ambiente, la lotta agli sprechi, l'ottimizzazione dei consumi energetici, tutti fronti su cui le aziende si sono impegnate attivamente. Ma secondo il rapporto, la spinta virtuosa arriva soprattutto dai cittadini, che sempre di più tendono a premiare con i loro consumi le aziende più etiche.

In base ai dati del censimento del 2011, in Italia sono oltre 7 milioni gli appartamenti non locati. Allo stesso tempo il 27,3% degli italiani vive in alloggi sovraffollati e quasi una persona su dieci è in situazione di disagio abitativo. Per non parlare degli sfratti. Nei giorni scorsi il Sicet ha diffuso i dati elaborati dal ministero dell'Interno: sono oltre 150mila le famiglie che attendono l'esecuzione del provvedimento nei prossimi mesi. Ecco le ragioni per le quali il Sicet lancia la sua proposta: "Se fino ad ora è stata privilegiata la rendita finanziaria e immobiliare, adesso è il momento di puntare sulla rendita delle persone".

Profughi siriani e iracheni di oggi come quelli palestinesi nati sull’onda delle guerre arabo-israeliane? Siamo all’inizio di una nuova questione palestinese in salsa “sirachena”? Davanti alle emergenze umanitarie di milioni di profughi e rifugiati, provocate dalle guerre in corso in Siria e Iraq, è sempre più difficile parlare di integrità territoriali come di chiari confini umani e geografici. Con gravi problemi di sicurezza e stabilità, ben sapendo che così tanti rifugiati, costretti a vivere in condizioni disperate rappresentano un potenziale bacino di reclutamento per le organizzazioni terroristiche. Siriani e iracheni profughi e rifugiati, come i palestinesi: faranno mai ritorno nelle proprie terre?   "Serve una pace regionale che garantisca un ritorno progressivo delle popolazioni nei loro territori evitando l’insediamento permanente, in condizioni ai limiti della sopportazione, nelle terre dove hanno trovato rifugio", sostiene Paolo Maggiolini dell'Ispi.

E’ dei giorni scorsi la notizia che è stata avviata una ristrutturazione interna. Le tre società Equitalia Nord, Centro e Sud verranno soppresse e i rispettivi organici confluiranno nella nuova Equitalia Servizi di Riscossione Spa, chiamata ad operare su tutto il territorio nazionale ad eccezione della Sicilia dove continuerà il lavoro di Riscossioni Sicilia Spa. Non si tratta di una operazione di “lifting”, assicurano alla Agenzia delle Entrate, che possiede Equitalia al 51% insieme all’Inps che ne controlla il restante 49%. In rampa di lancio l'operazione "Cartella amica".

Come ogni Estate (e, a parti invertite, Inverno) arrivano consigli e decaloghi.

Fa veramente effetto passare dalle immagini dei telegiornali a quelle del videogioco. Negli Stati Uniti la rivista “Wired”, ha titolato così un articolo inquietante: “Perché l’Isis conosce i videogiochi meglio di noi". E ha denunciato l'uso propagandistico dei videogiochi fra gli estremisti. Non è dimostrato il nesso fra la violenza esibita nei video e la vita quotidiana. Ma si susseguono gli allarmi e le preoccupazioni.

Fare rete, informare, formare, sensibilizzare, prevenire e, in alcuni casi, prendere in carico. Da Nord a Sud è questo il fil rouge che lega idealmente gli interventi delle Caritas diocesane per il contrasto del gioco d’azzardo patologico.

Medicina, riabilitazione, attenzione particolare a ogni singolo ammalato: è la “ricetta” dell’ospedale di Varsavia dedicato a Giovanni Paolo II, finanziato dal servizio sanitario pubblico, da donazioni private e fondi Ue. Assieme ai piccoli pazienti viene ospitato un genitore, che ha un ruolo essenziale. Non tutti riaprono gli occhi ma si può migliorarne la qualità della vita. La vicenda dell’attrice Ewa Blaszczyk e di sua figlia Aleksandra.