Chiesa

“Pregare per i vivi e per i defunti” e “seppellire i morti” le opere di misericordia commentate dal Papa nell'udienza generale di questa mattina in Aula Paolo VI.

Nel lessico delle lettere pastorali dei nostri vescovi ritornano alcune parole-chiave: missione, uscita, sinodalità, misericordia, gioia, Vangelo, tenerezza, accompagnamento, annuncio, comunione, discernimento, giovani, famiglia, ultimi, poveri… Sono termini che, messi uno accanto all’altro, esprimono lo sforzo a divenire realmente e sempre di più missionari, aperti a tutti. Non c’è dubbio: è uno stile nuovo, aperto, dinamico, sinodale.

Prima i vescovi francesi. Poi quelli svizzeri. Si susseguono in Europa i momenti di preghiera e le richieste di perdono da parte dei vescovi nei confronti delle vittime di abuso. Un percorso di giustizia e riconoscimento del male commesso da cui oggi è impossibile tornare indietro. Lo ha chiesto Papa Francesco. E prima di lui Benedetto XVI.

Ad Anjara, piccola città non distante dal confine con la Siria, si trova l'unica Porta  Santa della Giordania. Un porta che rimane aperta anche dopo la fine del Giubileo, che si è celebrata ieri in Vaticano. Padre Hugo, il parroco, lo dice con chiarezza: "Qui abbiamo bisogno di misericordia". La testimonianza dei 1200 cristiani portata avanti con tante opere, alcune finanziate dalla Cei con i fondi dell'8x1000, che mettono al centro la popolazione locale, i più vulnerabili come i bambini disabili, gli orfani, e con loro anche profughi e rifugiati siriani e iracheni. L'impegno dell'Avsi nel campo dell'istruzione. Sui banchi di scuola nasce il rispetto e la convivenza.

Nella Lettera apostolica che chiude il Giubileo, "Misericordia et misera", Papa Francesco afferma che "la misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa" e auspica una "conversione pastorale" che metta al centro i poveri e l'ascolto della gente. Tra le novità del documento, la facoltà per tutti i sacerdoti, "in forza del loro ministero", di concedere l'assoluzione dal "procurato peccato di aborto"; l'estensione dell'assoluzione dai peccati anche ai lefevbriani "fino a nuove disposizioni"; la proroga del servizio dei "Missionari della misericordia"; la proposta di dedicare una domenica alla promozione della Bibbia nelle diocesi e di istituire una Giornata mondiale dei poveri.

Papa Francesco ha presieduto in piazza San Pietro la celebrazione con la chiusura della Porta Santa. "Rimane sempre spalancata per noi la vera porta della misericordia, che è il cuore di Cristo". Firmata la lettera pastorale Misericordia et Misera.

Papa Francesco ha celebrato il suo terzo Concistoro, alla vigilia della chiusura dell'Anno Santo straordinario della misericordia. 17 i nuovi cardinali, che fanno salire a 55 le porpore create in quasi quattro anni di pontificato. Fratelli, non nemici, l'invito ai nuovi membri del Collegio cardinalizio, esortati a scendere nella "pianura" dei loro popoli e ad aprire i loro occhi per curarne le ferite. No al "virus della polarizzazione e dell'inimicizia", presente anche nella Chiesa. "Dio ha solo figli", mentre noi "innalziamo muri" e assegniamo lo "status del nemico". L'abbraccio fraterno tra le "vecchie" e le "nuove" porpore si prolunga nell'abbraccio al Papa emerito, raggiunto in pullman a casa sua dopo il rito.

Un "racconto per immagini" del Giubileo, tratto dalle molte "prime volte" inserite da Francesco nella tradizionale celebrazione giubilare. Dall'apertura della prima Porta Santa a Bangui al "mea culpa" per i poveri e gli esclusi. Nell'Angelus del 13 novembre, il Papa riassume il Giubileo: “Rimanere saldi nel Signore, camminare nella speranza, lavorare per costruire un mondo migliore”. Con una certezza: "Dio non abbandona i suoi figli".

In piazza San Pietro il Giubileo dei senza fissa dimora e di quanti vivono in situazione di precarietà. "Questa è la giornata dei poveri" - ha detto il Papa che ha parlato di squilibri e disuguaglianze.

Il 13 novembre le cerimonie a Sa Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Il 20 novembre la chiusura della Porta di San Pietro. Ecco come si svolgerà la cerimonia.

È in programma a Rimini, dal 14 al 18 novembre, l'assemblea generale della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) sul tema della riorganizzazione delle Province. Per il presidente, padre Luigi Gaetani, è necessario "fare i conti con la realtà: assistiamo alla riduzione e all’invecchiamento dei confratelli, ma siamo chiamati a rispondere adeguatamente alle esigenze della pastorale e delle opere che gli Istituti portano avanti". La riorganizzazione e la fusione delle Province, però, "non devono portare a dimenticarsi delle periferie" e "il Sud è una periferia".

Ieri la visita del cardinale Angelo Bagnasco nelle zone terremotate dell'Umbria. Dopo la scossa terribile del 30 ottobre, Norcia e le sue frazioni sono un'enorme zona rossa. La gente nonostante le scosse non ha intenzione di abbandonare le proprie terre. E lo hanno detto al cardinale che li ha ringraziati per questo attaccamento. A Norcia, Preci, Ancarano, San Pellegrino, Campi, l'arcivescovo di Genova ha ascoltato a lungo gli sfollati, definendoli "un esempio per l'Italia" per il loro attaccamento alla terra. Bagnasco si è recato anche nella zona rossa di Norcia dove ha potuto costatare come il sisma del 30 ottobre abbia di fatto cancellato la storica chiesa di san Benedetto, la vicina concattedrale e il Municipio. La Chiesa continuerà a fare la sua parte, ha ribadito il presidente della Cei. Nessuno sarà lasciato solo.

Udienza generale in piazza San Pietro per papa Francesco. Il richiamo a non dimenticarsi dei malati e dei carcerati, "li porto spesso nel cuore", e l'invito ai giovani "a pregare per il successore dell'apostolo Pietro".

Il monito del Papa ai movimenti poplari ricevuti nell'Aula Paolo VI per il loro Giubileo. E denuncia ancora la situazione degli immigrati.

La Chiesa albanese, in tempi non molto lontani, ha provato dolore e sofferenza, morte e persecuzione a causa del Vangelo, vivendo alla lettera le Beatitudini: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.